Al Series Day organizzato ieri a Milano da Sky Atlantic e BetterNow si è tenuta una masterclass condotta da Fiamma Izzo, direttrice del doppiaggio, e Giuppy Izzo, doppiatrice. In particolare la serie di riferimento è stata Grey’s Anatomy (Giuppy Izzo è da quindici stagioni doppiatrice di Ellen Pompeo), insieme al suo spin-off Station 19. È stata un’occasione per conoscere i retroscena del lavoro in cabina di doppiaggio, per discutere dell’approccio al materiale originale, e per assistere dal vivo ad un’improvvisata, e semplificata, sessione di doppiaggio.

Ecco cosa ha dichiarato Giuppy Izzo:

Questo è un lavoro morboso, in cui la precisione è tutto. E noi, a meno di essere direttori del doppiaggio, non abbiamo nemmeno il tempo di prepararci attorialmente. Arriviamo in sala, e lì scopriamo ciò che dobbiamo fare. Ci vuole grande concentrazione, non avendo avuto la possibilità di studiarci prima il ruolo.

Fiamma Izzo ha così proseguito:

Interviene allora il direttore del doppiaggio, che è una sorta di regista vocale. Gli attori si trovano in difficoltà perché gli unici elementi che hanno sono il racconto del direttore e la sua guida. Altra cosa importante è il mix. Una traccia che il registrato in una sala insonorizzata si deve poi sposare con i rumori forniti dalla produzione. In una colonna ci sono tutti gli effetti sonori, nell’altra il testo, e viene amalgamato. Ecco, un doppiaggio è fatto bene quando è trasparente, quando non capite che è doppiato. L’ostacolo della traduzione, anche criticato a volte oggi dal pubblico dato che c’è la possibilità di vedere il prodotto della lingua originale, risiede soprattutto nella lunghezza dei dialoghi.

Le due professioniste hanno allora portato vari esempi sulla difficoltà di rendere in italiano un gergo particolare come quello medico utilizzato nella serie. Quindi la difficoltà di dover tradurre in italiano macchinari o procedure spesso, in originale, indicati semplicemente con una sigla pronunciata molto velocemente.

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Si è parlato poi degli espedienti per rendere realistiche alcune condizioni del personaggio nella traduzione. Giuppy Izzo, ad esempio, ha ricordato di come a volte, quando il suo personaggio doveva avere il fiatone, le sia stato chiesto di fare una passeggiata intorno al palazzo per poter rendere in modo realistico la condizione di affanno. Stesso discorso per il personaggio che ad esempio sta mangiando, e quindi deve parlare con la bocca piena. In questo caso si ricorre a delle cose semplici (si è portato un esempio di cracker e acqua) per simulare la lingua impastata.

Giuppy Izzo ha poi ricordato la circostanza in cui ha conosciuto Ellen Pompeo di persona. Si trattava di una conferenza, proprio a Milano, in cui la stessa attrice – che si era ascoltata doppiata – ha fatto i complimenti alla doppiatrice per il suo lavoro.

Fiamma Izzo ha invece parlato dell’origine e della diffusione dell’arte del doppiaggio in Italia:

Oggi c’è la possibilità di avere il contenuto sia in italiano per chi non ha la possibilità di seguire i sottotitoli, per vari motivi. Ad esempio mia madre, una signora di una certa età, non riesce a seguire i sottotitoli, quindi per lei è una comodità avere la possibilità di usufruire del doppiaggio. Oggi, con un semplice telecomando, c’è la possibilità di selezionare la lingua originale e poter sentire il film, meraviglioso e inarrivabile, in originale. Ma credo sia una questione di civiltà avere il contenuto doppiato. A mio parere ci deve essere la scelta, è una questione di libertà.

Gli ultimi minuti dell’incontro hanno visto le due professioniste doppiare dal vivo una breve scena di Grey’s Anatomy. Si trattava di un dialogo tra Meredith e Amelia, con la seconda doppiata per l’occasione da Fiamma Izzo. Prima è stata proiettata la scena in originale, poi una seconda volta, con le doppiatrici che hanno iniziato a parlare sopra con le voci in italiano, quindi una terza, con la colonnina della traduzione affiancata sullo schermo al riquadro con la clip e il doppiaggio in diretta.