Tra i numerosi personaggi presenti ne Il Signore degli Anelli: gli Anelli del Potere c’è anche Pharazôn, interpretato da Trystan Gravelle. Nelle ultime settimane sono stati rivelati i primi dettagli sul personaggio, e lo stesso Gravelle ne ha parlato al San Diego Comic-Con. Ora Comicbook svela altre informazioni grazie a un’intervista con l’attore.

Sappiamo che, nelle opere di Tolkien, Ar-Pharazôn è l’ultimo re di Númenor, l’isola-regno tra le principali ambientazioni di questa serie. Ma all’inizio della prima stagione de Gli Anelli del Potere, scopriamo che è un navigatore di grande esperienza, un soldato tornato in patria dopo tante battaglie per fare da consigliere alla regina reggente, sua cugina Miriel:

Vediamo un uomo i cui giorni da marinaio e da guerriero non sono alle sue spalle, ma ha assunto un ruolo diverso. Sua cugina, la Regina Miriel, è ora la regina reggente. Suo padre è malato, quindi lei guida Numenor al suo posto. E ha bisogno di aiuto da parte di suo cugino, Pharazôn, che viene ascoltato da tutte le gilde e dal popolo. È un consigliere, è un cancelliere e un servitore pubblico, non è un incarico che è riluttante di ricoprire. Ha un profondo amore per la sua isola e per il suo regno.

Nelle opere di Tolkien, Pharazôn non è propriamente un personaggio positivo, ma l’attore la vede in modo diverso:

È un uomo come tanti altri. È un uomo di mezza età, conosce il mondo. Potrebbe ancora indossare la sua armatura e guidare una battaglia. Può essere che in futuro lo rivedremo in battaglia, ma al momento ricopre questo ruolo. Quindi quando ho letto la sua parte, ho visto un personaggio sicuro di sé ma non privo di insicurezze, come tutti noi. Ha cose di cui si può lamentare. Insomma, è il tipico uomo.

La società Númenoreana inizia a mostrare segni di frattura. Il Divieto dei Valar, emanato inizialmente nei confronti dei Noldor, è stato esteso anche ai Númenoreani, i quali non possono più attraversare il Mare con le loro navi e avvicinarsi al Reame Beato e al continente di Aman. Parte della società Númenoreana è ancora fedele ai Valar e a questo divieto. Altri, incluso Pharazôn, si considerano “secolarizzati” e preferiscono parlare lingua adunaica. Considerano diversamente il “dono” della mortalità, e vivono il presente. Come noto, nelle opere di Tolkien sarà proprio Ar-Pharazôn a violare questo divieto, causando la rovina di Númenor. Spiega Gravelle:

Ogni relazione, ogni comunità, ogni società può trasformarsi in una polveriera e saltare per aria. E lui è consapevole di tutto questo. Contesta il Divieto dei Valar e inizia a pensare “perché non possiamo vivere per sempre? Perché non possiamo viaggiare in quella direzione? Perché non possiamo fare questo? Siamo solo visitatori di seconda classe su questa terra?” Sono domande esistenziali che meritano una risposta. Se vivi per sempre, puoi permetterti di sputare il vino nella sputacchiera. Se non vivi per sempre, è meglio mandarlo giù. Quindi c’è meno rispetto per la natura, e per questo li vediamo scolpire quelle rocce, le grandi statue che vediamo a Númenor. È come se dicessimo: “Guardate cosa siamo capaci di fare. Non saremo qui a lungo come gli elfi, ma guardate cosa sappiamo fare. Creeremo delle statue di pietra, perché noi non potremo essere qui per sempre”. È quello che pensano la maggior parte dei Númenoreani, e penso che sia anche nella testa di Pharazôn più di tutti.

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