Da sempre, pensando a Star Wars: The Clone Wars, i fan si sono posti tantissime domande sulla serie animata che esplora nel dettaglio la Guerra dei Cloni. Finalmente, in una lunga intervista con Hero Complex, il capo degli sceneggiatori, Christian Taylor, ha spiegato come nasce un episodio della serie, quanto tempo trascorre tra la scrittura della sceneggiatura e la messa in onda dell’episodio, quanto vale l’opinione di George Lucas, come si pone la produzione rispetto alle aspettative dei fan e quali sono le sensazioni che prova, lavorando a The Clone Wars.

Hero Complex: Quando i fan di una certa età pensano a Star Wars, pensano al passato e ai film: deve essere bello per te vedere l’enfasi che George Lucas ha portato in The Clone Wars. Anche questo è lo Star Wars che conta.
CT: Dave Filoni è il genio dietro a tutto – così come lo è George Lucas — ed è un ragazzo così grande e pieno di talento. Dico sempre che lui è il James Cameron dell’animazione: quello che fanno è fenomenale e innovativo a livello tecnologico. Gli episodi che io ho scritto tre anni fa sono andati da poco in onda – ho visto alcune cose che faranno per la prossima stagione e quello che sono in grado di realizzare ora è ancora meglio. La cosa veramente fantastica è che George è completamente coinvolto nello show. La prima volta che sono stato coinvolto, lo show era in moto da due anni e non avevano mai fatto una conferenza tra sceneggiatori: semplicemente prendevano le sceneggiature dai diversi scrittori.

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HC: Parlaci un po’ della tua esperienza da sceneggiatore nella serie.
CT: Ho lavorato allo show per gli ultimi tre anni ed è incredibile pensare che, per via della complessità nel produrre gli episodi, solo ora sono stati trasmessi i primi che avevo scritto. Al mio primo anno in questo show, erano già al lavoro sulla terza stagione. Abbiamo già scritto gli episodi della quarta e quinta stagione. La terza stagione è stata la prima che ha beneficiato di una “stanza degli sceneggiatori”, in cui si lavorava davvero come una stanza per scrittori televisivi. A distanza di tre anni sono il capo degli sceneggiatori.

HC: E’ interessante sentire descrivere lo show da fan di età diverse.
CT: Io sono cresciuto con Star Wars, ma non è mai stato la mia religione. Questo mi ha permesso di lavorare tranquillamente senza pensare “questo non è Star Wars” oppure “questo è un tipo di Star Wars diverso“. Ho approcciato lo show dal punto di vista dei personaggi e tutto ciò che si può scrivere è fantastico con questi personaggi e questo universo. E puoi scrivere qualsiasi cosa: gli animatori lo renderanno possibile. E’ un periodo un po’ difficile per la tv: i produttori non possono realizzare quello che scrivi per via della programmazione, dei soldi o delle capacità tecnice. Dave Filoni ha creato questa fantastica macchina e gli artisti sono i migliori e possono realizzare qualsiasi cosa scrivi. Lavorare in un universo e in un posto di lavoro energico come questo ti fa capire che ciò a cui stai lavorando verrà visto da un sacco di gente e tutto questo ispira molta fiducia. La cosa grandiosa di questo lavoro è sapere che c’è una nuova generazione di fan di Star Wars. Ci sono i fan di vecchia data, quelli “religiosi” e irriducibili e questo nuovo gruppo di ragazzi che non ha mai visto i film. Per questi ragazzi è un modo di avvicinarsi all’universo di Star Wars e di vedere i film.

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HC: Hai menzionato diversi tipi di fan, da quelli più casuali agli irriducibili, dai novellini a quelli di vecchia data – come fai a soddisfare tutti?
CT:
E’ divertente. George ci disse che ci sono tre cose: “Ci sono il padre, il figlio e lo spirito santo.“. Il padre era lui. Qualsiasi cosa autorizzata da George Lucas è canonica. Il figlio sarebbe tutta la macchina creativa con le idee non dettate da George. Lo spirito santo è quello che i fan si aspettano. Per noi c’è solo un maestro a cui rispondere. Non dobbiamo rispondere alle pretese dei fan. Non possiamo cambiare certe cose solo perchè i fan pensano che non possano accadere. Bisogna rispondere solo a George e in questo universo scriviamo le cose solo che siano vere per i personaggi e che siano di buona ispirazione per la gente. Realizziamo tre schemi al giorno durante la conferenza degli sceneggiatori, per nove giorni: è molto intenso. Una volta ho detto a George: “Ti aspetti che noi, gli scrittori, scriviamo storie di un’ora da inserire in un episodio di 22 minuti.” Sono abituati a lavorare con gli animatori, ma far scrivere tre storie al giorno agli scrittori, non si è mai sentito nel mondo della tv. La missione è scrivere storie per i fan, che siano autorizzate da George e che siano all’avanguardia al tempo stesso.
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Non c’è mai qualcuno che sia completamente soddisfatto. Per me, conta scrivere la storia migliore e i personaggi migliori che siano di grande ispirazione per i ragazzi. Lo show funziona bene se non scrivi semplicemente per ragazzi, ma se scrivi storie in sintonia con Star Wars accessibili ai ragazzi.

HC: Una sorpresa che ti ha riservato questo show?
CT:
Mi ricordo che ero seduto nella stanza con George: parlavamo della Forza e lui stava facendo il suo monologo. Vorrei averlo registrato sul mio iPhone, era così iconico, ma probabilmente mi avrebbe licenziato se l’avessi fatto. Era tutto così articolato, aveva un significato, non erano solo sciocchezze e si addiceva al mio cammino spirituale buddista e ai veri insegnamenti del Cristianesimo. Quando è arrivato il momento di decidere quale storia sviluppare, pensavo: “quale chiederò? L’arco narrativo di C3PO o quello di Ahsoka?” E ho scelto quello che preoccupava di più. Sapevo che sarebbe stato o terribile o fantastico. Ed è stato fantastico. Era simile a un opera, molto wagneriano, grande ed epico. E controverso al tempo stesso. Quando ho visto le prime immagini durante uno screening allo Skywalker Ranch pensavo: “Questo è quello che ho scritto?” Erano passati tre anni da quando avevo scritto la storia. Ero contento della resa e di come si inseriva ripsetto a ciò che c’era prima.

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HC: Stai parlando della trilogia di Mortis? Puoi dirci qualcosa di più?
CT:
L’arco narrativo di Mortis è stata una sfida incredibile. Era un’occasione per George per esplorare gli aspetti della Forza mai trattati prima ed era anche un universo spirituale fuori dal tradizionale Star Wars. Abbiamo introdotto i personaggi chiamati Overlords, coloro che esercitano l’uso della Forza in modi che non avevamo mai visto prima. Non sono degli dei, ma esseri potenti che possono manipolare la Forza come nessun’altro. E questo porta grandi pericoli e complicazioni. Mettere Anakin, il Prescelto, in quel contesto è la ricetta migliore per avere delle rivelazioni succulente, azione e una fantastica lotta per il potere. E’ stato un arco narrativo incredibile da scrivere e vedere animare: è stato uno dei più controversi e amati al tempo stesso. Sono davvero orgoglioso di vedere Darth Vader in un flashforward.
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L’idea che ci sia questo universo e quei personaggi, questi esseri che possono fare queste cose, era più interessante rispetto ai cloni e alla guerra.

HC: ti senti mai limitato dal fatto che scrivi storie di personaggi di cui i fan, in molti casi, conoscono già il passato e il futuro?
CT:
Questo show ha una vita, ed è una cosa buona. Fra qualche tempo finirà. Ci sono diverse categorie di cose che puoi e non puoi fare. E ci sono cose frustranti. Anakin non può mai lottare con il Generale Grievous, per esempio. Credo che sia per questo che George ci permette di sviluppare storie emotive. E’ un modo strano e interessante di costruire uno show, perchè hai già un punto di arrivo. Ma ci sono anche personaggi il cui destino è sconosciuto, come Ahsoka. Ne abbiamo già discusso, ovviamente, ma i fan sono ancora all’oscuro. C’è un tizio, Gary Scheppke, a cui fare riferimento e dire “vorrei fare questo, è mai stato fatto?” Conosco solo il 25% delle cose che sono accadute nei film e nella serie. E lui ci indirizza dicendo: “puoi fare questo, ma non quello, e puoi usare quella nave per quel motivo…“. E grandioso. C’è un guardiano per tutto questo. Anche con Dave Filoni funziona in modo simile, lui è un grande fan. Lui ha letto tutto quello che appartiene all’universo espanso, di cui io conosco poco. Conosce tutto, per cui può creare un mondo all’interno di un altro mondo. Chiaramente lo show non potrà andrà avanti per sempre. E questa è una cosa buona. Gli show che vanno avanti per troppo tempo, finiscono per andare in aria.

Negli Stati Uniti Star Wars: The Clone Wars viene trasmesso in prima visione da Cartoon Network il venerdì, e poi in replica da TNT: la season finale, composta da due episodi, sarà trasmessa l’1 aprile. Ancora nessuna notizia sulla prima visione italiana della terza stagione.

Fonte: Hero Complex