Anche se Il mago di Oz è una presenza secondaria in questo episodio di The Path, è significativo che il titolo sia Oz, una metafora delle illusioni e delle manipolazioni di “piccoli uomini” che si servono di artefatti per abbagliare i popoli e tenerli nell’ignoranza della verità.

Sarah ha deciso di ricattare alcuni adepti che in passato si sono rivolti ai meyeristi in cerca di aiuto per le proprie cattive azioni, ma che poi hanno più o meno voltato le spalle al movimento, o meglio, “non si sono impegnati”: è loro che Sarah raggiunge e minaccia velatamente (basta ricordargli che il movimento è in possesso delle registrazioni dei loro unburdening), e come per magia ottiene tutti i soldi che servono per risanare i debiti col fisco. Dunque l’FBI non ha più in mano niente con cui attaccare, perché Abe, troppo distratto da Nicole e dai sentimenti nei confronti del movimento, non si è accorto di niente. Alla fine, proprio accettando le avance di Nicole, Abe ottiene l’informazione mancante per capire cosa sia successo, ovvero che esiste un archivio delle confessioni degli adepti.

Contemporaneamente Sarah decide anche di partecipare alla Conferenza Mondiale della Fede, che si terrà a Boston, nell’ottica di monetizzare l’approccio meyerista, magari entrando in contatto con il settore dei discorsi motivazionali e della formazione per dirigenti: un’ulteriore prova che anche Sarah è “passata al lato oscuro”. Il contraccolpo per aver contravvenuto ad ogni etica usando l’arma del ricatto si manifesta però in lei con crisi d’ansia, anche se in famiglia riesce a mantenere un controllo invidiabile: il passaggio è avvenuto, ormai Sarah mostra di essere in grado, come il Cal dei tempi d’oro, di separare il livello delle menzogne da quello della condivisione familiare e del suo volto pubblico, posizioni ormai filtrate dal ruolo di leader.
Eddie intanto ammette di sentire la “chiamata” della fede, e non sa cosa fare: chiede consiglio a un prete, poi si lascia convincere da Felicia, che è stata informata da Richard, a riprendere il Cammino per diventare 8R.
Scopriamo che anche Mary è coinvolta nel tentativo della madre di Sean di aprire gli occhi al figlio e alla nuora. La terapeuta già vista nello scorso episodio, che si spaccia per amica, lascia – molto didascalicamente – il libro Il mago di Oz a Mary, infastidita dall’ingerenza anche se poi lo leggerà. Mary rimane un personaggio irrisolto, che oscilla tra l’essere un’allieva in manipolazione di Cal, la sua potenziale salvatrice, e una bambina bisognosa di affetto e rieducazione.

Quando Sarah comunica tutte le novità a Cal, lui, di ritorno da Hollywood, è chiaramente preda del dubbio. A un’ora dalla conferenza Cal vuole abbandonare tutto, e Sarah deve usare tutta la sua influenza su di lui per farlo tornare l’uomo che è in grado di far credere (e vendere) qualunque cosa a un pubblico disposto ad ascoltarlo. Riconoscendosi l’una nelle debolezze dell’altro, nell’aver oltrepassato il limite, e al tempo stesso rinnovando la convinzione che per salvare il movimento tutto è lecito (e che per salvarsi Cal ha bisogno di credere in Sarah e agire per lei), è prevedibile che dopo il successo della presentazione alla conferenza finiscano l’uno nelle braccia dell’altra.

Sembrano dunque profilarsi due nuovi fronti, che ribaltano le alleanze a cui ci eravamo abituati. Da un lato Eddie sembra farsi portatore di un ritorno alla fede più genuina e di una concezione di rinnovamento più pratica e intima che affaristica: va in questa direzione la sua personale battaglia per rivedere le regole sui Rinnegatori, che intavola andando a trovare Tessa, la sorella di Sarah, cercando di convincerla che è fondamentale ricucire i legami come famiglia. Lei però gli rinfaccia una dose di realismo e se ne va; ma la trasferta non è infruttuosa perché casualmente nel bar dove si trova con Tessa lavora Ashley, che chiede a Eddie di Hawk e viene a sapere che anche lui vive in città. La mezza scena in cui Ashley lo va a trovare lascia intendere che Eddie spera che possa aiutarlo a riguadagnare la fiducia e il rispetto del figlio.

Dall’altro lato l’alleanza profonda tra Sarah e Cal sembra pericolosamente benefica per ristorare la fiducia in se stessi e nelle loro convinzioni, anche se fondate su una serie di azioni deplorevoli che nascondono una volontà di potere nuovamente distorta. Queste dinamiche sembrano portate avanti in modo nettamente più solido della prima stagione, e al netto di qualche scivolone e dei soliti personaggi trascurati, la questione sembra farsi sempre più interessante in vista del finale.