La serie The Walking Dead è tornata sugli schermi di Fox e il secondo dei sei episodi bonus sarà intitolato Trovami, in onda stasera alle 21, avrà come protagonisti i personaggi di Daryl e Carol, interpretati da Norman Reedus e Melissa McBride. I due attori, al termine dell’impegno nello show originale tratto dai fumetti di Robert Kirkman, saranno poi protagonisti di un atteso spinoff che proseguirà la storia dei personaggi.

L’incontro virtuale con la stampa ha dimostrato ancora una volta il grande feeling esistente tra le star della serie che può sfruttare questa grande amicizia, dentro e fuori dal set, per sostenere la storia di Daryl e Carol e farla evolvere in modo naturale e ricca di sfumature. Melissa e Norman rendono ogni domanda un dialogo interessante e divertente, regalando aneddoti e curiosità.

Sappiamo che vedremo Carol e Daryl avranno uno spinoff dopo la fine di The Walking Dead, ma che cosa provate pensando che questa parte importante del percorso sta per concludersi? Norman Reedus: Per me è un insieme di emozioni contrastanti perché la serie è una parte enorme della nostra vita, in ogni modo possiate immaginare. Spero che usciremo di scena in modo grandioso perché ne abbiamo il dovere nei confronti dei nostri fan, di noi stessi e dell’intera troupe. Non penso si possa semplicemente salutare i fan, deve essere un epilogo memorabile. Sono curioso e attendo di scoprirlo perché sarà inoltre il punto di partenza per lo spinoff di Daryl e Carol. Spero davvero che sia qualcosa di esplosivo. Sarà comunque strano perché abbiamo stretto così tante amicizie durante le riprese, è diventata una routine annuale, è qualcosa che ha influenzato ogni giorno della mia settimana per tutto l’anno. Abbiamo visto tanti amici andarsene dopo aver concluso l’esperienza sul set, abbiamo stretto amicizia con i nuovi arrivati, sono amico con tutti i miei vicini, mi sono innamorato della Georgia, il mio gatto ama questi posti… Sono tanti elementi da tenere in considerazione ed è davvero folle e surreale il fatto che stia per finire la serie. Melissa McBride: Ci pensi al fatto che la fine sia vicina? Norman Reedus: No! Fino a quando qualcuno me lo chiede… Melissa McBride: Esatto, c’è questa reazione iniziale alla notizia ed è stato davvero strano pensare alla fine. Norman Reedus: E avevamo ricevuto la notizia dello spinoff prima di quella che sarebbe stata l’ultima stagione… Avevo già pensato che le due serie sarebbero andate in onda in contemporanea. Quando hanno annunciato che sarebbe stata l’ultima stagione di The Walking Dead ho pensato ‘Cosa?’. Per me è stato tutto molto surreale. Melissa McBride: E comunque sapevamo di avere ancora 24 episodi da girare, ci vorrà del tempo prima di completare le riprese. Da un lato ti rendi conto che si tratta degli ultimi episodi, dall’altro non vuoi pensarci fino a quando arriveremo a quel momento. Norman Reedus: Abbiamo tanto lavoro da fare!

Carol ha affrontato molti momenti difficili e drammatici, cosa pensi potrebbe renderla finalmente felice? Melissa McBride: Penso che l’aiuterebbe capire che ha degli alleati, credo fosse meraviglioso che Lydia sia arrivata e le abbia impedito di togliersi la vita saltando in quel burrone. Anche dopo tutto quello che ha fatto, anche se c’era stata una conversazione con Kelly dopo l’incidente nella caverna e la scomparsa di Connie, Lydia è apparsa e l’ha trascinata via dal bordo del precipizio, è stato splendido perché non penso che Carol pensi di meritarlo, è così critica nei confronti di se stessa per quello che è accaduto, per le scelte che pensava di dover compiere. Vorrei davvero che Carol trovasse Connie perché sistemerebbe un po’ la situazione e che ritornasse di nuovo in buoni rapporti con Daryl, il suo amico. Sarebbe terribile se lo spinoff fosse su loro che si odiano e mentre cercano di allontanarsi il più possibile uno dall’altro! Norman Reedus: Forse Connie ci sta cercando per ucciderci e quella sarà la storia alla base della serie!

Cosa possiamo aspettarci dal rapporto tra Carol e Daryl in questi sei nuovi episodi? Norman Reedus: Ci sarà la possibilità di espandere alcune parti delle storie portate sullo schermo e, ovviamente stanno tutti facendo ancora i conti con le conseguenze della guerra contro i Sussurratori. Potrebbe esserci anche un po’ di spazio per eventi ambientati nel passato e che ci rivelano qualcosa in più dei protagonisti.

La serie si sta avvicinando alla fine, c’è qualche momento di cui siete particolarmente orgogliosi o che avete amato molto? Melissa McBride: Non lo so, davvero, ci sono tante scene di cui siamo orgogliosi che abbiamo girato nel corso della serie. Norman Reedus: Ce ne sono migliaia! Alle volte pensi alle cose in un modo e ti muovi in una certa direzione, poi ti dicono ‘ma dovresti andare dall’altra parte!’. E la tua reazione è ‘Sì, ma guarda che bello se andassimo di là!’ e la risposta è ‘No! Devi andare in quella direzione perché così la storia si muove in un modo che permette di far procedere la storia come vogliamo’. E tu ci rimani un po’ male perché pensi la tua idea sia quella giusta, ma funziona così. E potrei continuare a pensarci e forse non ne sono del tutto orgoglioso, ma mi mettono sempre al mio posto. Mi capita costantemente, anche in altri momenti della mia vita. Melissa McBride: Non lo so, ci sono così tanti momenti che ho amato! Però penso alle tue interpretazioni Norman, in particolare alle scene di Daryl. E adoro i momenti di cui sei protagonista con Judith! Norman Reedus: È facile lavorare con lei. Melissa McBride: E amo in generale il percorso compiuto dall’inizio dalla storia di Daryl, pensando alla situazione in cui si trova ora il tuo personaggio. Amo questa specie di figura paterna e so che è molto legata a Rick e all’amore nei confronti di Judith, e credo che si senta, in un certo senso, obbligato, non in senso negativo, a occuparsi di lei. Amo quell’aspetto di Daryl. Norman Reedus: Penso che sia quasi folle che mentre il personaggio compie un’evoluzione, matura e affronta molte difficoltà, mi ritrovi spesso a chiedermi ‘Cosa farebbe Hershel? Cosa farebbe Rick?’. Proprio come accadrebbe nella vita reale perché le persone che ti colpiscono maggiormente e da cui impari, che diventano un esempio per te, rimangono sempre con te. Norman invecchia, Daryl sta invecchiando, e questo avviene in tempo reale, creando un parallelo con la vita. Melissa McBride: Ha senso perché si impara e si trae ispirazione dagli altri in un mondo di cui non abbiamo avuto alcuna esperienza in precedenza, è totalmente qualcosa di nuovo.

Che aspetto del vostro personaggio vi ha colpito maggiormente dopo tutti questi anni? Melissa McBride: Per me il fatto che Carol abbia trovato la sua strada, che continui a fare ciò che pensa sia giusto e a modo suo, perché è qualcosa che non poteva in precedenza. Ogni volta che provava a farlo veniva fatta a pezzi. Il fatto che possa sentirsi utile, necessaria, che abbia la capacità di prendere decisioni e che quello che fa è importante. Credo che la cosa più meravigliosa di questo personaggio sia che abbia trovato la sua voce. Norman Reedus: Daryl ha iniziato questa serie come una testa calda, con un pessimo carattere, il suo piano era quello di derubare il gruppo ed era destinato a essere Merle. Sarebbe diventato un razzista, uno zotico coglione. Sembrava condannato a diventare così a prescindere da tutto, quello era ciò che gli aveva dato la vita. Le circostanze gli hanno però permesso di fare praticamente il contrario. All’inizio non riusciva nemmeno a guardare gli altri negli occhi, non riusciva ad apprezzarsi, si sentiva un po’ come Carol, ed è cresciuto riuscendo a farsi rispettare, è arrivato a un punto in cui si sente stimato e ha deciso prendere le decisioni per se stesso. Gli autori mi hanno permesso di farlo, ne abbiamo parlato molto. Ora è qualcuno di cui ti puoi fidare, puoi contare su di lui ed è sempre onesto, non mente mai. Non si attacca a questioni sterili o quello che potrebbe impedirgli di diventare ciò che è veramente, può crescere e maturare. Melissa McBride: Ed è ancora fantastico mentre entra in azione con i due coltelli in mano! Esteticamente è facile apprezzarlo!

Vi ricordate il momento in cui vi siete resi conto di avere qualcosa di speciale per quanto riguarda i personaggi o tra di voi nella vita reale? Melissa McBride: Penso sia accaduto nella scena che ricordiamo sempre: quella con il piccone. Norman Reedus: Sì, stava uccidendo Ed e continuavano ad aggiungere sempre più sangue sul piccone e lei stava affrontando la situazione in modo quasi giocoso. Ho pensato ‘Mi piace questa ragazza! È onesta ed è grandiosa. Non c’è niente di falso’. Questa cosa vale per quanto riguarda Melissa e anche Carol. E sono andato immediatamente d’accordo con Melissa e ho pensato che se fossi stato impegnato a girare con lei avrei semplicemente dovuto seguirla e il risultato sarebbe stato grandioso. Siamo arrivati a un punto in cui non dovevamo provare troppo, non dovevamo cercare la fiducia reciproca perché era già presente. Abbiamo trascorso così tanto tempo a lavorare insieme che ora è diventato qualcosa di totalmente naturale, mi sento a mio agio nell’interpretare le scene più complicate con lei, non c’è nulla che ci divide. Melissa McBride: Amo il fatto che non trascorriamo quasi mai del tempo a parlare delle scene che stiamo per interpretare. Proviamo le battute, ma non serve spiegare nulla o rifletterci. Penso sia divertente avere quel tipo di fiducia che ti permette di avere le idee chiare riguardanti la situazione dei nostri personaggi e la direzione che prenderà la loro storia. Norman Reedus: Siamo stati fortunati perché abbiamo avuto a disposizione un lavoro a lungo termine, potendo quindi rendere reale il loro rapporto e la loro amicizia. Si tratta di un elemento che emerge naturalmente nella storia.

La storia di Carol e quella di Daryl sono totalmente nuove rispetto ai fumetti di Robert Kirkman e ormai conoscete così bene i vostri personaggi, quanto siete coinvolti nelle decisioni riguardanti la loro storia ed evoluzione? Avete mai fatto cambiare qualche elemento presente nella sceneggiatura? Norman Reedus: Sì, ogni tanto diamo il nostro contributo. Ad esempio, quando lo hanno introdotto per la prima volta, Daryl era qualcuno che si drogava, diceva cose razziste, faceva cose in stile mini-Merle. Ho parlato con gli autori, gli showrunner e tutte le persone coinvolte chiedendo ‘Posso non fare tutto questo? Posso fare il contrario? Posso essere cresciuto con tutto questo e odiare quegli aspetti della mia vita e della mia famiglia, invece che agire in quel modo e basta? Posso evitare di diventare come Merle?’. Abbiamo avuto tante conversazioni, arrivando al punto di avere il permesso di cambiare direzione, di poter creare un personaggio che sa difendersi e prendere le proprie decisioni, diventando un adulto e una persona reale invece che essere qualcuno che era ignorante e in un certo senso intrappolato in quella situazione. L’ho allontanato dall’essere un membro degli Alcolisti Anonimi. Alle volte ho totalmente torto quando propongo delle idee, altre invece no. Le ali sul gilet ad esempio, il fatto che Judith le rifaccia, sono state una mia idea. Mi ha chiesto ‘Cosa vuoi che faccia?’ e le ho risposto ‘Guarda, pensa a questa cosa: tuo padre era il mio migliore amico, stiamo andando in battaglia, siamo una grande famiglia, fai quello che vuoi’. E lei ha ideato quella cosa e io ho detto solo ‘Niente glitter!’. Ci lasciano fare molte cose, ci danno quella libertà, e penso che molte volte nelle scene con me e Melissa, ci conoscono così bene, sanno che possono fidarsi e sanno ciò di cui abbiamo bisogno. Credo che sia un rapporto che funziona davvero bene!

Cosa vi entusiasma all’idea di poter continuare a lavorare nel mondo di The Walking Dead dopo l’undicesima stagione? Melissa McBride: Per quel che mi riguarda è proprio questo momento che mi entusiasma: non ho idea di cosa accadrà, non so nulla dello spinoff. Mi eccita avere questa curiosità, scoprire cosa accadrà , chiedermi cosa accadrà, avere delle speranze pensando al futuro della storia. So solo che sarà qualcosa di diverso e ne sono entusiasta.

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