Molti ricorderanno che, dopo l’annuncio della realizzazione della terza stagione di Twin Peaks, c’è stato un momento nel quale l’idillio tra David Lynch e Showtime sembrava sul punto di spezzarsi. In un primo momento erano previsti nove episodi per il revival, mentre come sappiamo infine la terza stagione ha avuto diciotto puntate complessive. Nel mezzo c’è stato l’abbandono temporaneo dell’autore, una campagna sui social, e infine il riappacificamento tra le due parti.

Proprio Lynch ha ricostruito la vicenda in un nuovo memoir, dal quale sono estrapolate le circostanze dei fatti:

Mark e io ci siamo incontrati con Showtime per Twin Peaks, poi Sabrina (Sutherland, produttrice) ha tirato fuori i numeri e tutti hanno dato di matto. Erano numeri realistici, ma Showtime pensava che il budget fosse ridicolmente alto. Non avevo fatto più niente dopo Inland Empire e nessuno era andato a vederlo, e potevi capire che pensavano: “Sì, vogliamo farlo, ma non sappiamo se possiamo arrivare con i soldi fin dove stai chiedendo. E questa faccenda sul fare più di nove episodi? Non siamo affatto convinti”. Poi, quando vidi il budget che stavano offrendo, dissi: “Fan***o”! Dissi: “Sono fuori, ca**o! Se vogliono farlo senza di me probabilmente li lascerò fare, ma io ne sono fuori, e ho provato un tremendo senso di libertà misto a tristezza quando ho preso la decisione.

A quel punto è partita la campagna social che dicevamo prima, con milion di follower che hanno reagito all’annuncio dell’abbandono di Lynch, comunicato su Twitter. Lo stesso regista racconta poi che David Nevins e Gary Levine dell’emittente sono andati a trovarlo a Los Angeles, hanno fatto una chiacchierata di tre quarti d’ora, e quando sono usciti il nuovo accordo era sul tavolo. Il resto è storia della televisione.

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Fonte: vulture