Nella notte tra il 31 maggio e il 1 giugno del 1921 la cittadina di Tulsa, in Oklahoma, venne sconvolta da un massacro che per decenni rimase poi nel silenzio e che nel 2019 la serie tv Watchmen ha contribuito a rendere noto in tutto il mondo. Il massacro di Tulsa avvenne quando il quartiere di Greenwood, soprannominato “Black Wall Street”, venne messo a ferro e fuoco da una folla di bianchi che uccisero oltre 300 persone e distrussero edifici e proprietà della comunità nera. Quando un giovane afroamericano di nome Dick Rowland venne arrestato con l’accusa di aver molestato la diciassettenne bianca Sarah Page, l’uomo rischiò il linciaggio. Diversi afroamericani si recarono alla prigione per difenderlo, ne nacque uno scontro che lasciò diverse vittime e scatenò come risposta un’ondata di violenza: per tutta la notte e il mattino seguente, il quartiere nero di Greenwood venne dato a fuoco. Solo l’intervento della guardia nazionale dell’Oklahoma riuscì a fermare la strage.

Nessuno venne mai condannato per la rivolta, e dopo decenni di silenzio, negli anni novanta venne costituita una commissione d’inchiesta per lo studio dei disordini, e solo all’inizio del nuovo millennio si stabilì che la municipalità aveva favorito i cittadini bianchi, imponendo dei risarcimenti. Tra i vari interventi promossi negli ultimi anni, borse di studio a favore dei discendenti dei sopravvissuti e stimoli alla ripresa economica del quartiere. Nel 2020 il massacro è entrato nel programma scolastico in Oklahoma, con l’obiettivo di diffondere consapevolezza su una tragedia che è sempre passata sotto silenzio (venne menzionata pochissimo nei quotidiani locali, e non se ne parlò nei libri di storia o a scuola).

Watchmen, dicevamo, ha contribuito a far entrare nell’immaginario collettivo il massacro di Tulsa, ricostruendo con sequenze di forte impatto la distruzione della Black Wall Street e denunciando la cancellazione di questa tragedia dai libri di storia. Anche per questo motivo, la serie è stata premiata con il Peabody, con la motivazione di aver creato “una riflessione franca e provocatoria sulla violenza razziale contemporanea, sul ruolo della polizia, e sulle conseguenze che un disastro su larga scala può avere sul modo in cui gli americani capiscono il loro ruolo nel mondo”.

Intervenendo durante un programma sulla MSNBC in occasione del centenario dal massacro, la protagonista premio Oscar Regina King ha parlato dell’impatto che ha avuto la serie:

So che Damon Lindelof ha iniziato a scoprire di più su questo fatto leggendo il 1619 Project del New Tork Times Magazine, e per questo ha deciso di inserirlo nella sua reinvenzione di Watchmen. Il suo impegno a inserire questa vicenda nella sua storia mi dato decisamente speranza sul fatto che, una volta andata in onda la serie, moltissime persone avrebbero scoperto questa cosa e sarebbero state informate a riguardo.

Portare in vita queste storie è importantissimo, per me. La versione “revisionista” della Storia è quella con cui siamo cresciuti. Come donna cinquantenne potrei passare la giornata a raccontarti le cose che non ho imparato a scuola sulla mia storia e su quella del nostro paese. Viviamo in un momento storico in cui tante persone, non solo nere, sono pronte a revisionare la “storia revisionista” che viene proposta a tutti, ed è una cosa importante perché credo che l’America sia composta da tantissimi tipi di persone diverse. Non puoi dare valore al sogno americano senza riconoscere realmente tutti gli antenati che hanno costruito questo paese, tutti quanti. Non c’è stato solo il massacro di Tulsa, ma anche il massacro di Elaine, quello di Rosewood… Se vogliamo essere fieri di essere americani dobbiamo essere onesti sulle macchie scure che riempiono il nostro passato. Se non si riconosce quello non c’è modo di avere un futuro, non potremo gestire questo trauma senza riconoscere da dove arriva davvero.

In un articolo su Variety, l’anno scorso Lindelof aveva parlato del suo primo approccio con questo fatto storico:

Volevamo che fosse chiaro che anche in un contesto di finzione, la nostra serie iniziava con un evento realmente accaduto. Non sapevo di Tulsa, ho scoperto tutto due anni prima di fare la serie. Spero che la nostra serie sia un invito per tutti: se non sapevamo nulla di Tulsa, chissà di quante altre cose non sappiamo nulla. Non avremmo dovuto aspettare che la morte di George Floyd o Breonna Taylor ci aprissero gli occhi per iniziare, ma sono grato del fatto che le persone iniziano a rivalutare la storia. Sono uno di loro. È bello quando la televisione entra a far parte di una conversazione più ampia sulla cultura.

In occasione degli Emmy, lo showrunner, il cast e i realizzatori di Watchmen hanno accettato il premio più ambito indossando magliette con scritto “Remember Tulsa 21”, e poco più avanti Lindelof ne ha parlato ancora su Variety:

È un pezzo di Storia che è stato cancellato, e in pochi lo conoscono, persino oggi. L’impressione è che sia qualcosa di cui ora si sta parlando, ma che presto potrebbe essere dimenticata di nuovo. […] L’opposto di cancellare è scrivere con l’inchiostro. Posso dire che non ho finito di parlare del massacro di Tulsa. Non è una storia che devo raccontare io, ma agli Emmy ho pensato che avremmo potuto utilizzare quella piattaforma per parlarne nuovamente, se avessimo vinto.

 

 

Qui sotto potete vedere un making of della sequenza di Tulsa nella serie

 

 

Vi ricordiamo che il massacro di Tulsa è anche al centro di un altra serie della HBO uscita un anno dopo Watchmen, ovvero Lovecraft Country.