X-Files torna con un episodio Monster of the Week degno di nota, un capitolo coinvolgente che possiamo paragonare, specialmente nello stile, ai classici della serie. Mulder e Scully indagano su un caso molto particolare al centro del quale si trova un ragazzo sopravvissuto al suo presunto doppleganger, che avrebbe tentato di ucciderlo facendolo andare fuori strada in auto. Dopo aver appreso alcuni dettagli da lui, Scully ritorna al razionalismo di sempre mentre Mulder dimostra una sorta di apertura verso spiegazioni meno verosimili.

Ben presto i due arrivano a comprendere che si tratta di un fenomeno di massa e che la storia del proprio doppio che giunge all’improvviso per uccidere si sta verificando inspiegabilmente da diverso tempo e che ha già colpito diverse persone. Durante la loro investigazione, Mulder e Scully finiscono all’ospedale psichiatrico di Henrico, e lì fanno la conoscenza di una strana signora di nome Judy che ha come passatempo quello di giocare “telepaticamente” insieme a suo fratello all’impiccato. Durante il primo incontro, i due agenti tra i vari fogli contenenti i nomi di persone trovano anche il nome di Arkie, il ragazzo che all’inizio dell’episodio ha rischiato di morire per via del suo doppleganger. Judy soffre di una rara forma di schizofrenia e la prima a rendersene conto a proprie spese è Scully, che più avanti conosce l’alter ego maligno della signora ricevendo minacce e offese rimanendo spaventata e infastidita. Nel frattempo Mulder va a parlare con Chucky, il fratello di Judy nonché guardia della prigione dove viene trovato morto Arkie, giustamente incarcerato per aver guidato in stato di ebrezza. La conversazione tra Chucky e Mulder, oltre a essere fuori dalle righe, prova che anche lui sta giocando all’impiccato, ma il mistero per Mulder è ancora quello di capire con quali modalità i due fratelli riescono a mettersi in contatto. Da notare come, all’inizio del loro incontro, lo svitato signor Chucky Poundstone faccia degli apprezzamenti rivolti a Scully definendola rossa e appetitosa.

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Il giorno successivo all’attacco da parte dell’alter ego di Judy, Scully ritorna in ospedale per parlare con la sua parte più tranquilla. È in questo momento che l’agente, oramai sempre più confusa, viene a conoscenza di alcune pasticche che permetterebbero alle persone prese di mira dai propri doppleganger di salvarsi. Scully scopre ben presto che in realtà quelle pasticche non vengono date a Judy ogni mattina dalle infermiere, bensì vengono fabbricate dalla stessa con le molliche di pane. Sebbene Mulder e Scully continuino a dare delle spiegazioni semi-plausibili e realistiche, in città proseguono gli strani omicidi: dopo Arkie, anche l’avvocato di quest’ultimo rimane vittima del suo doppione, e ancora una volta la causa di tutto questo sembra essere una partita serale tra Chucky e Judy. Questa influenza oscura è sempre più inspiegabile e tra le varie indagini Mulder e Scully si prendono del tempo perfino per parlare del loro futuro: una conversazione che apparentemente confonde il pubblico non facendo capire il loro reale stato sentimentale, ma che in realtà rivela più di quanto una scena esplicita potrebbe mai fare. Inutile dire che i due ci saranno per sempre l’uno per l’altra.

Il finale racconta dell’ultima partita di Chucky e Judy: Mulder e Scully sembrano essere le loro due pedine. Dopo anni e anni di esperienze controverse, Scully ha imparato ad andare contro il suo scetticismo, e infatti quando compare il suo doppleganger non perde più di un secondo e ingerisce quelle “pasticche”. Successivamente anche Mulder scopre di avere alle calcagna il suo doppleganger, ma la partita prende una piega sbagliata dal momento che i due fratelli non riescono a mettersi d’accordo sulle lettere da enunciare. Rimane sui fogli di entrambi una “U” e una “L” ed entrambe le lettere fanno parte dei nomi di Mulder e Scully. Chucky non vuole nominare le lettere che potrebbero formare il nome dell’agente Scully ed è proprio questo a provocare e infastidire la signora Judy tanto da condurla a forzare il gioco scrivendo il nome dell’agente sul foglio, violando così le regole del gioco. I due fratelli colmi d’ira continuano a giocare telepaticamente e dopo diverse minacce finiscono per scrivere il nome dell’uno e dell’altra, fino a che i rispettivi doppleganger non arrivano a ucciderli senza che ci siano pasticche o agenti speciali a salvarli per tempo.

“Plus One” ci racconta di due protagonisti che pur essendo invecchiati non hanno perso il loro smalto. Convincenti e umoristici come ai vecchi tempi, Mulder e Scully guidano un episodio leggero ma al tempo stesso ricco di idee interessanti. Una regia spigliata, una sceneggiatura senza buchi di trama evidenti e personaggi di passaggio ben definiti e interessanti da seguire hanno reso questo l’episodio migliore del revival. Nonostante sia sbagliato fare costantemente i paragoni con il passato, il pubblico sa benissimo per quale motivo è tornato di fronte al televisore con la “voglia di crederci”, e questo episodio con la sua struttura classica e lo svolgimento procedurale degno del nome di questa serie lo ha ricordato a tutti. Questa volta X-Files lascia di stucco e senza incognite, il pubblico segue le strategie e i discorsi di Mulder e Scully e insieme a loro smette di trovare giustificazioni plausibili quando la realtà parla con schiettezza. Certe volte le cose sono così come appaiono veramente.

In conclusione possiamo certamente dire che quando Chris Carter torna a scrivere episodi procedurali come “Plus One” fa decisamente un ottimo lavoro, basti bensare al livello qualitativo di Babylon, Monster of the Week della decima stagione scritto per l’appunto dal creatore della serie con il suo classico stile affascinante e misteriosamente intrigante.