Zombieland è la serie finanziata da Amazon basata sul film cult del 2009 con Woody Harrelson, Jesse Eisenberg, Emma Stone e Abigain Breslin.

Ora che il primo episodio è online su Amazon Instant Video, saranno gli utenti (in base al numero di visualizzazioni, feedback e altri fattori) a determinare se la serie avrà o meno un futuro, e se il colosso dell’e-commerce online dovrà quindi sborsare altri quattrini per produrre nuovi episodi.

Collider ha avuto occasione di parlare con Rhett Reese e Paul Wenick, co-creatori e produttori esecutivi del primo episodio di Zombieland (nonché sceneggiatori del film originale), per discutere della trasposizione della storia dal grande al piccolo schermo, del rapporto con Amazon e del futuro dello show.

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Com’è successo che Zombieland è diventato da film a serie tv su Amazon?
Rhett Reese
: “In realtà Zombieland avrebbe dovuto essere una serie tv fin dall’inizio. Originariamente, nel 2005, avevamo venduto la sceneggiatura del pilot alla CBS. Loro decisero di non realizzare la serie, il che in realtà per noi è stata una benedizione perché abbiamo potuto ampliare lo script e farne un film. Quando il film è uscito nelle sale e ha avuto il successo che ha avuto si è discusso di un possibile sequel, che abbiamo cercato di realizzare in tutti i modi. Sfortunatamente, gli dèi del cinema non ci hanno sorriso. Dopo una serie di abbandoni strategici e diversi altri fattori, abbiamo capito che Zombieland 2 non sarebbe successo. E in quel momento abbiamo pensato: ‘perché non torniamo indietro alla nostra idea originaria, e facciamo una serie tv di Zombieland?’, e abbiamo trovato Amazon.”

Com’è stato avere Amazon come partner?
Paul Wernick: “Amazon è stato fantastico. Stanno facendo davvero da battistrada dal punto di vista dei contenuti, mettendo online questi pilot e lasciando la decisione al pubblico. Zombieland non è uno show tradizionale, e Amazon non è un network e fornitore di contenuti tradizionale. Abbiamo avuto tutta la libertà creativa per fare quello che volevamo, come volevamo.”

Che cosa vi ha spinto a decidere di mantenere gli stessi personaggi del film, invece che inventarvene di nuovi?
RR:
“Ottima domanda. La ragione è che, per noi, Zombieland è questi personaggi. Senza Tallahassee, Wichita, Little Rock e Columbus, Zombieland non sarebbe niente più di un titolo e di un tono. Non avrebbe avuto senso per noi. Abbiamo sempre amato questi personaggi. Sono stati la ragione per cui abbiamo scritto il film, che parla di una famiglia disfunzionale.”

Sfruttando il formato dei 30 minuti state cercando di creare una horror-sitcom?
PW
: “In realtà no. Al momento non c’è niente di simile, negli slot da 30 minuti. Non è una sitcom. Vogliamo evocare l’horror, la comedy, il cuore, il drama, la paura, l’inquietudine. Non esistono categorie per quello che stiamo cercando di fare, e non esiste un precedente nel formato da 30 minuti. E’ unico.”

Una delle scene più amate in Zombieland è l’apparizione a sorpresa di Bill Murray. Avete in mente qualche cameo sorprendente nella serie?
RR:
 “Assolutamente sì. Ci piacerebbe includere il cameo di qualche personaggio famoso in futuro. Non è facile dire chi sarà perché le celebrità non sono facili da convincere, ed è sempre difficile trovare la giusta organizzazione. Ottenere Bill Murray nel film è stato un vero e proprio miracolo. Gli abbiamo dato la sceneggiatura 3 giorni prima che venisse sul set, è stata una vera toccata e fuga. Ma abbiamo assolutamente intenzione di rifarlo. Ci proveremo con tutte le nostre forze.”

Amazon vi ha dato un termine di scadenza entro il quale saprete se Zombieland riceverà l’ordine per il resto della serie?
RR:
“Ci è stato detto che il pilot sarà online per circa un mese e che, a un certo punto, riceveremo un’indicazione più precisa riguardo il futuro della serie. Potremmo saperlo molto presto, oppure tra 3-4 settimane, non siamo sicuri.”
PW: “Si stanno affidando ai dati per capirlo. Ai click. Guardano se le persone hanno visto il primo episodio tutto d’un fiato, o se hanno messo pausa, o se hanno premuto stop. Amazon può sapere quello che hai mangiato a colazione stamattina. Useranno tutti questi dati per prendere una decisione. Siamo nelle mani del pubblico.”

Fonte: Collider