Lupin: L'identikit

L'identikit
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L'identikit

Storia di famiglia:

Immigrato con il padre Babakar Diop dal Senegal, Assane è un ragazzo di 13 anni la cui madre è deceduta. Babakar lavora come autista per Hubert Pellegini, uno degli uomini più ricchi di Francia, ma anche una persona presuntuosa che lo tratta con condiscendenza, a differenza della moglie Anne e della figlia Juliette, che instaura con Assane un rapporto di amicizia.

Un giorno Pellegrini, che da qualche tempo appare molto preoccupato per gli affari di famiglia, aprendo la cassaforte in cui conservava il famoso Collier della Regina, la trova vuota ed accusa Babakar di averla rubata, facendolo portare in centrale dal Tenente Dumont.

Quando Assane va a trovare il giorno dopo il padre in prigione, l’uomo viene trovato morto suicida dalle guardie. Rimasto orfano proprio il giorno del suo quattordicesimo compleanno, Assane torna a casa per trovarvi un regalo del padre: una copia del libro di Maurice Leblanc Arsenio Lupin, ladro gentiluomo.

Assane riceve poi la visita dell’Ispettore Dumont che lo consegna ai Servizi Sociali e da qui viene portato in un centro in cui rimane fino a che un generoso benefattore, che si scoprirà poi essere Anne Pellegrini, gli pagherà la retta per il Collège d’Andrésy, una delle scuole più prestigiose del paese.

Profilo Psicologico

Per tracciare il profilo psicologico di Assane Diop, abbiamo coinvolto il dottor Simone Montaldo, esperto in psicologia della testimonianza e docente del Master in Criminologia e Scienze Strategiche dell’Università di Roma "La Sapienza", che si è prestato a guardare con noi la serie Lupin.

Secondo il dottor Montaldo, non si può dire che Assane soffra di un vero e proprio disturbo o di una patologia, poiché al di là della sua attitudine a delinquere, è per lo più una persona normale con la tendenza, però, a mostrare un comportamento antisociale. Assane è sostanzialmente una persona con grandi capacità adattive ed ottime risorse, sia dal punto di vista intellettivo, psicologico, che dell’interazione sociale (che esprime al meglio quando riesce a raggirare le sue vittime), che mostra tutti i suoi limiti nell’incapacità di mantenere rapporti di una certa stabilità, da cui per esempio la difficile relazione con la moglie e con il figlio, con i quali mantiene un rapporto discontinuo.
Il paradosso di Assane è tuttavia che le persone che mostrano tendenze antisociali, solitamente, hanno rapporti molto superficiali ed hanno difficoltà ad avere un vero coinvolgimento emotivo anche nelle relazioni più intime, cosa che invece non accade con il protagonista di Lupin il quale, nonostante le sue mancanze, è comunque un punto di riferimento emotivo importante sia per Claire che per Raoul, che per il suo amico Benjamin.
La mancanza di senso di colpa e di rimorso e la capacità di usare in modo strumentale le relazioni con gli altri, sono altre caratteristiche di una persona che nel suo complesso di personalità ha un assetto antisociale, che si acquisisce anche attraverso l’esperienza di vita.
Essendo rimasto orfano in così giovane età, Assane ha sostanzialmente dovuto tarare il suo livello di tolleranza rispetto alle avversità della vita ad un livello più elevato del normale. Trovarsi così tragicamente senza un supporto educativo, evolutivo ed emotivo gli ha imposto di imparare ad arrangiarsi prima di quanto non succeda ad altre persone che invece beneficiano della vicinanza e del supporto di una famiglia, tanto che se il suo passato fosse stato diverso, quelle stesse capacità e caratteristiche che lo rendono un perfetto truffatore, avrebbero potuto essere canalizzate in una direzione diversa. L’esperienza di vita influenza le persone anche in maniera strutturale, cambiando il loro cervello, per questa ragione è normale che una persona che si trovi nella necessità di risolvere i problemi più basilari della sussistenza ed abbia come strumenti ottime capacità, ma poche risorse materiali, opti per percorrere una strada non dettata dalla sua struttura di personalità, ma dalle circostanze.
Un elemento fondamentale nel percorso di Assane è inoltre il valore della vendetta nei confronti di Pellegrini: in base a questo, abbiamo chiesto al dottor Montaldo come possiamo immaginare il futuro di una persona così concentrata sul suo obiettivo, una volta che dovesse raggiungerlo. Secondo il dottor Montaldo, quando si fa qualcosa per uno scopo, come per esempio Assane che usa la truffa e l’inganno per poter vendicare la morte del padre, truffa ed inganno diventeranno comunque un'abitudine, un automatismo. Un meccanismo molto simile a quello che attiva una qualsiasi dipendenza: quando per esempio si assume inizialmente una sostanza, lo si fa perché dà piacere o regala un senso di soddisfazione, dopodiché quel comportamento diventerà un’abitudine, qualcosa di appreso e del quale non si riuscirà più a fare a meno. Raggiunto l’obiettivo della vendetta, è quindi possibile che Assane non provi la soddisfazione che avrebbe immaginato. Nel suo percorso, quindi, la ricompensa data dal raggiungimento dello scopo potrebbe non cambiarlo, non solo perché ormai rubare è la cosa che sa fare meglio, ma anche perché dal punto di vista adattivo le persone tendono a continuare a fare ciò che costa loro meno fatica.

Assane sente alla TV la notizia che il Collier della Regina, costato la vita a suo padre, sarà esposto al Louvre e poi venduto ad un’asta che andrà a finanziare la creazione della Fondazione Pellegrini e decide di ideare un piano per rubarlo. Dopo essere riuscito a farsi assumere come inserviente delle pulizie presso il Louvre, sotto il falso nome di Luis Perenna chiede un prestito del denaro a Vincent, uno strozzino e si rende insolvente.

Nel frattempo Assane comincia a costruire l’identità di Paul Sernine, l’alias sotto cui si presenterà all’asta come acquirente della collana, un giovane imprenditore di successo, fondatore di un’azienda che opera nel campo dell’intelligenza artificiale del valore di più di 500 milioni di euro.
In preparazione al furto, Assane si rivolge inoltre al suo amico d’infanzia Ben, titolare di un negozio di antiquariato e ricettatore, al quale commissiona una copia del collier della Regina.

Tornato da Vincent, Assane gli dice di non essere in grado di restituirgli né il prestito né gli interessi che gli deve e per sdebitarsi propone a lui ed ai suoi uomini di rubare assieme la Collana della Regina.

Il giorno dell’asta Assane, alias Paul Sernine, si presenta al Louvre per parteciparvi mentre Vincent, Kevin e Rudy – seguendo il suo piano – entrano nel museo con i tesserini del personale di pulizia rubati in precedenza da Assane. Tra loro Rudy introduce di nascosto un bottiglia di sapone spray contenente in realtà del cloroformio con cui i tre aggrediscono due delle guardie del museo a cui rubano anche le divise, che vengono indossate da Vincent e Kevin. Rudy si dirige poi nella stanza delle telecamere e stordisce la guardia per poi disattivarle. Da questo la banda avrà esattamente 7 minuti di tempo per rubare la collana prima dell’intervento della polizia.

Assane, nel frattempo, si aggiudica il collier per 60 milioni di euro e viene accompagnato dal banditore Thibault all’ingresso del museo per concludere la transazione, dove viene raggiunto da Vincent e Kevin mascherati da guardie. Rudy esce invece dal Louvre e si mette alla guida della macchina che devono usare per la fuga in attesa dei suoi complici. Assane chiede che gli sia mostrato il collier e proprio quando lo stringe tra le mani viene aggredito, assieme a Thibault, da Vincent e Kevin che afferrano la collana e si danno alla fuga dopo aver immobilizzato sia il banditore che il presunto acquirente del gioiello. Vincent e Kevin riescono a raggiungere Rudy, ma il breve inseguimento che segue con la polizia, finisce con i tre che precipitano all’ingresso del Louvre e vengono arrestati.

Assane/Sernine e Thibault, che garantisce per lui, rivelando alla polizia come sia stato egli stesso vittima dei ladri, vengono liberati e lasciati andare dopo essere stati perquisiti. Come viene mostrato nelle immagini successive, però, si scopre che Assane ha usato fin dall’inizio Vincent, Kevin e Rudy per farsi aiutare con il furto, ma anche perché ne venissero incolpati al suo posto.

Al momento della colluttazione con Vincent e Kevin, infatti, Assane riesce a sostituire la vera collana con la copia, infilando la prima in un cestino della spazzatura e lasciando scivolare a terra il falso, che verrà recuperato da Vincent prima di darsi alla fuga.

Uscito dal Louvre come Sernine, Assane vi rientrerà subito dopo nei panni dell’inserviente delle pulizie con il suo personale tesserino e recupererà la collana gettandola in un sacco della spazzatura che consegnerà alla sicurezza, sapendo che le uniche cose che al Louvre non vengono passate agli scanner sono proprio i prodotti per la pulizia in entrata e la spazzatura all’uscita. Levatosi la tuta da lavoro, Assane rivelerà il suo elegante abito tornando ad essere Paul Sernine ed allontanandosi indisturbato dal museo essendo riuscito a compiere il furto perfetto.

Grazie al suo amico Ben, Assane scopre che il collier della Regina non è mai stato montato e che quindi la storia raccontata da Pellegrini non può essere vera. Mentre la polizia scopre che la collana ritrovata è solo una copia, Assane decide di vederci chiaro ed indagare nel passato coinvolgendo direttamente Juliette Pellegrini.

Juliette gli rivela di aver inventato con il padre la storia del collier smontato e delle pietre sparse per il mondo per creare fermento prima dell’asta. Secondo quanto gli è stato riferito da Hubert, la collana sarebbe stata invece acquistata intatta 5 anni prima in Sudafrica.

Riprendendo in mano la lettera che il padre gli aveva scritto 25 anni prima di togliersi la vita, Assane scopre due indizi mascherati da sospetti errori di ortografia che non aveva notato e che lo portano a scoprire che in prigione con Babakar, al tempo della sua incarcerazione, c’era un certo Etienne Comet che lavorava nella biblioteca della prigione. Deciso a parlarci, Assane riesce ad intrufolarsi in galera prendendo il posto di un altro detenuto, Djibril Traoré e assumendone l’identità. Qui provoca alcuni detenuti a cui il vero Traoré doveva consegnare della droga da spacciare in carcere per farsi accoltellare e farsi portare in infermeria dove è ricoverato anche Comet. Etienne racconta ad Assane che l’unica volta che ha visto suo padre è stato quando si sono scambiati un libro che, secondo le sue parole, conteneva “tutte le risposte”. Il libro in questione si rivelerà un altro romanzo di Lupin nel quale Babakar ha sottolineato alcune parole per lasciare un messaggio al figlio: “Sono innocente, incastrato da Anne Pellegrini”. Per uscire di prigione Assane ruba un medicinale dall’infermeria perché il suo cuore rallenti fino a fermarsi e la rete di un canestro da basket per fingere la propria morte per impiccagione così da venir portato via dal carcere con un’ambulanza.

Assane si traveste da tecnico del reparto informatico del Municipio per incontrare l’ispettore Dumont ed informarlo di aver trovato alcuni video porno nel computer del suo ufficio mentre lo aggiornava. Quando Dumont gli dice di non aver nulla a che fare con quel materiale e gli chiede di cancellarlo, Maxime dice di non poterlo fare e di essere costretto a fare rapporto. Quando una donna si avvicina loro chiedendo dove sia Michael, il tecnico informatico del Municipio, rischiando così di far saltare la copertura di Assane, Dumont gli chiede i documenti e lui riesce a salvarsi cominciando ad accusarlo ad alta voce di essere sgarbato e di non poter cancellare i suoi video porno, spingendo Dumont a sorvolare sulla sua identità per farlo tacere ed evitare una situazione imbarazzante. Quando i due si allontanano per andare nell’ufficio dell’ispettore, Assane lo porta in un corridoio di servizio del palazzo e lo mette KO per interrogarlo sul suo ruolo nella morte del padre.

Assane si allea con la giornalista Fabienne Beriot per incastrare Pellegrini. La donna, che è stata rovinata da Hubert dopo aver cercato di denunciare pubblicamente i suoi tanti traffici, è in possesso di alcune prove contenute in una videocassetta che potrebbero rovinarlo per sempre, provando come fosse coinvolto in un attacco terroristico avvenuto a Kuala Lumpur nel 1996 in cui avevano perso la vita 8 francesi. Secondo quanto scoperto dalla Beriot un intermediario aveva truffato dei trafficanti di armi malesi e loro avevano fatto saltare in aria l’Ambasciata Francese per vendetta. Quell’intermediario, come dimostra il video incriminante, era Pellegrini. Per recuperare la videocassetta, che si trova ancora conservata nella sede del suo vecchio giornale, Assane, aiutato da Fabienne, fingerà di essere l’informatore di una giornalista giunto alla sede del giornale per lasciarle importanti documenti.

Assane e Fabienne vogliono rilasciare il video anonimamente su Twitter, ma prima di farlo decidono di stuzzicare Pellegrini mandandogli una serie di minacciosi tweet. L’uomo risponde convocando la stampa e si difende da quello che definisce un pettegolezzo che potrebbe rovinare il buon nome della Fondazione Pellegrini, provocando il suo accusatore ad uscire dall’ombra. Abboccando all’amo, Assane, nei panni di Salvator, accetta di prendere parte ad una trasmissione televisiva per denunciare pubblicamente Pellegrini e mostrare il contenuto della videocassetta, ma proprio quando il video viene mandato in onda, Assane si rende conto che è stato modificato e tagliato, mandando così a monte il loro piano. Tornato a casa di Fabienne, Assane la trova morta.

In un flashback che riporta a prima della nascita di Raoul, vediamo Assane impersonare un poliziotto e truffare una ricca signora, con l’inconsapevole aiuto di due agenti, portandole via alcuni oggetti di grande valore tra cui un Uovo di Fabergè che consegnerà al suo amico Ben perché li rivenda.

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PARTE 2