La stagione 3 di For All Mankind, disponibile con cadenza settimanale su Apple TV+, mostra Margo Madison, interpretata da Wrenn Schmidt alle prese con nuovi problemi personali e professionali.

Nella nostra intervista l’attrice ci ha parlato della situazione in cui gli spettatori troveranno Margo all’inizio del nuovo capitolo della storia, delle ricerche compiute per interpretare il suo personaggio alle prese con la nuova missione che porterà l’umanità su Marte.

La nuova, avvincente stagione della serie porta gli spettatori in un altro decennio, spostandosi nei primi anni ’90 con una corsa forsennata verso un’inedita frontiera planetaria: Marte. Il Pianeta Rosso diventa la prossima meta della Corsa allo Spazio non solo per gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, ma anche per un nuovo, inaspettato concorrente con molto da dimostrare e ancora di più in gioco. I nostri personaggi si trovano a confronto mentre le reciproche ambizioni per Marte entrano in conflitto e la loro stessa lealtà viene messa alla prova, creando una pentola a pressione che porterà a un gran finale.

Fin dai primi episodi della stagione 3 di For All Mankind vediamo Margo prendere decisioni molto complicate, come descriveresti la sua situazione dopo gli eventi delle puntate precedenti?

Per Margo penso che Von Braun abbia un ruolo enorme per quanto riguarda la sua situazione emotiva dal punto di vista psicologico, basta pensare al loro rapporto e all’influenza che ha avuto su di lei. Penso che una delle cose più interessanti di questa stagione per Margo sia che sta iniziando a capire come sia impossibile compiere la scelta giusta in quelle che sono circostanze in cui sembra davvero non ci sia una soluzione corretta. E ovviamente a tutto quello si aggiunge il fatto che ha una relazione speciale con Sergei, che è un amico dal punto di vista professionale e con cui ha inoltre un rapporto davvero personale. Ho amato realmente quelle scene perché si può avere molto da fare come attrice.
Penso che molta della situazione in cui si trova Margo abbia delle radici nel momento in cui, durante la prima stagione, Margo si rende conto che Von Braun dà priorità alla scienza e alle scoperte invece che alla vita di un essere umano e lei si è promessa che non lo avrebbe mai fatto. Quella promessa, successivamente, la mette in una posizione di dolore e stress straordinari perché non sa che decisione prendere, in particolare nell’episodio tre e più avanti, in cui non ci sono realmente delle scelte buone.

Il salto temporale porta i protagonisti a compiere un’altra impresa, dal punto di vista tecnico e scientifico come ti sei preparata per mostrare cosa accade sulla Terra mentre gli astronauti cercano di raggiungere Marte?

Abbiamo delle grandiose risorse quando si tratta di compiere il lavoro di ricerca. Ho assillato Ben McGinnis, uno dei nostri adorabili produttori, per ottenere la quantità più grande di informazioni che potevano condividere con me e mi ha inviato molto più di quanto io possa mai leggere su Marte e su tutti gli aspetti scientifici. Mi ha dato molto da leggere e poi Denise e Mike Okuda mi hanno consigliato un libro grandioso intitolato The Astronaut Maker che è su George Abbey. Molte persone della NASA sanno esattamente chi è, ma non è una presenza famosa nella cultura generale, non è conosciuto come Neil Armstrong tra il pubbblico generale. E’ stato un punto interessante per la situazione di Margo nella sua carriera durante la stagione 3, e poi Garrett Reisman, che è un vero astronauta, è stata una persona grandiosa con cui parlare degli aspetti scientifici perché mi ha realmente aiutata a capire il tipo di problema che affrontano i protagonisti in ogni momento quando si è nel centro di controllo.

Dopo tutta questa preparazione ti è per caso venuta voglia di andare nello spazio, come accaduto ad esempio a William Shatner?

No, decisamente no! Sono davvero felice qui sulla Terra, con i piedi ben ancorati al terreno!

For All Mankind Stagione 3

La serie può contare su un cast veramente numeroso, composto anche da nuovi arrivi, c’è qualcuno con cui avresti voluto recitare di più?

Ho amato realmente l’opportunità di lavorare con Edi Cathegi. Ho visto solo i primi sei episodi della terza stagione e c’è una scena davvero divertente che abbiamo girato, penso nella settima o ottava puntata, e sono davvero curiosa di scoprire come è il risultato finale. Si tratta di un momento in cui i nostri personaggi sono nella galleria panoramica. Durante il montaggio alle volte c’è un approccio totalmente diverso rispetto a quanto abbiamo noi nello script perché i copioni di solito contengono più materiale rispetto a quello che si può inserire in una puntata a causa della lunghezza stabilita. Ho amato realmente lavorare con lui e c’è poi un’attrice davvero fantastica: Vera Cherny che ha il ruolo di Lenara Catiche, a capo della missione dell’Unione Sovietica. Ho amato lavorare con lei, collaborarei con lei in ogni progetto, e penso che sia straordinaria.

Gli episodi mostrano il team della NASA mentre gestiscono emergenze di ogni tipo dalla Terra, quale è stata la scena più complicata da girare?

La scena più difficile che ho dovuto girare nel corso delle tre stagioni, se devo essere sincera, è stata decisamente quello che accade negli ultimi due episodi della stagione 1 nel centro di controllo perché è diventata una scena della durata di 12 minuti. Abbiamo girato tutte le scene che sono poi state unite senza poter vedere nessuna delle cose che accadono sulla Luna, dovevamo immaginare quello che avremmo dovuto vedere sugli schermi, o cosa stavamo sentendo negli auricolari ed è stato davvero complicato. Ho pensato che fosse come realizzare più e più volte uno spettacolo teatrale senza avere più di un’ora per provarla.
Nella terza stagione, invece, ho trovato complicato girare i momenti in cui sono al pianoforte perché in passato avevo delle musiche che avevo imparato a fingere di suonare e questa volta non avevamo dei brani composti in precedenza. Senza quella struttura devo ammettere che è stato davvero difficile per me perché stavo immaginando cosa stavo suonando, sembrava per certi aspetti un’impossibile routine da compiere con la mia mente.

For All Mankind propone una versione alternativa della storia che ha molti punti di contatto con la realtà e, per certi aspetti come i ruoli importanti dati alle donne, è anche un esempio da seguire. Pensi di aver imparato qualcosa dalla realizzazione della serie?

Non penso di aver appreso qualcosa, ma è un’ottima domanda perché forse la serie propone più quesiti che risposte riguardante qualcosa che è ancora molto presente anche nel 2022. Gli esseri umani, la società, l’industria si sono evoluti. Ci sono interi settori che hanno creato migliaia e migliaia di lavori e ora ci stiamo muovendo tutti verso la creazione di energia pulita. Cosa faremo ora con le persone che hanno quei lavori? Dove andranno? Che altri lavori potranno fare? Come potranno sostenere la loro famiglia? Sembra di essere a un punto di svolta per l’umanità per quanto riguarda il cambiamento climatico. Penso fosse una tematica davvero interessante in questa stagione: come il progresso crea opportunità e al tempo stesso ha delle conseguenze negative per altri aspetti e come possiamo riempire questi vuoti che vengono realizzati mentre si compiono dei progressi, soprattutto con l’energia pulita. Attualmente sto girando un film in Kentucky e penso ci siano molte persone che stanno chiedendosi cosa accadrà e che sono preoccupate per il proprio lavoro. E lo stesso l’ho visto accadere in West Virginia. Quindi ho pensato che fosse una cosa realmente interessante che è stata esplorata dalla serie e sono realmente curiosa di vedere come reagiranno gli spettatori.

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