Intervista a cura di Mirko Tommasino

Ospite dell’edizione 2019 del Napoli Comicon, Jerome Flynn – Bronn de Il Trono di Spade – ha partecipato a una round table presso il Grand Hotel Vesuvio, occasione in cui ha parlato con i giornalisti presenti del suo attuale lavoro, dei progetti futuri e dell’attuale condizione geopolitica legata alla Brexit e al governo di Donald Trump.

Il primo argomento a essere stato trattato, com’era facile immaginare, è stato proprio l’imminente arrivo della nuova puntata de Il Trono di Spade, che andrà in onda negli States e in Italia nella notte tra domenica e lunedì. A una domanda diretta relativa il possibile coinvolgimento di Bronn nell’attesissima battaglia, l’attore ha eluso la risposta con un sorriso, specificando che non può parlarne e che non vede l’ora di vedere anche lui la prossima puntata perché, a suo dire, sarà meravigliosa.

Riguardo la percezione di una possibile pressione in vista dell’imminente finale della serie e le altissime aspettative a riguardo da parte dei fan, Flynn ha affermato che non percepisce nulla di simile, dato che conosce il percorso su cui si sta sviluppando la storia ed è certo che gli ultimi quattro episodi saranno qualcosa di epico.

Successivamente, abbiamo avuto occasione di fargli una domanda specifica riguardo la recente conferma del suo coinvolgimento nella serie La Torre Nera, co-produzione Amazon e Media Rights Capital:

Interpreterò il padre di Roland [Deschain], Steven, signore di Gilead che prova a tenere insieme la propria corte. Una bella parte all’interno del lungo viaggio di Roland e della sua dinastia all’interno di un’atmosfera distopica. Tra lui e Bronn ci sono molte differenze, innanzitutto nel tema della ricerca della felicità. Uno proviene da una famiglia reale, mentre l’altro vede la nobiltà come punto di arrivo, e forse si sentirà deluso.

Flynn ha poi parlato nuovamente di Bronn, di come egli sia un antieroe, facendo un parallelo riguardo le proprie figure di riferimento personale, esempi di antica rettitudine: Re Artù, Nelson Mandela e gli antichi valori di un tempo. Successivamente, l’attore ha fatto un confronto tra il lavoro di William Shakespeare e la scrittura di George Martin, soffermandosi su come entrambi riescano a mettere in luce la condizione umana, con tutti i suoi difetti e le sue problematiche.

Alla domanda diretta riguardo chi vedrebbe bene sul Trono di Spade, lui ha ipotizzato un concilio con una buona rappresentanza dei vari luoghi. Se dovesse scegliere, però, uno dei personaggi della serie, senza dubbio questi sarebbe Jon Snow, perché è colui che sta provando a cambiare il sistema.

Parlando della sua formazione attoriale, ha raccontato che proviene da una famiglia di attori ed è cresciuto vedendo dei film magnifici. Tra quelli che ha citato sono presenti La vita è meravigliosa, una storia che racconta le ripercussioni delle azioni personali sugli altri, nel bene e nel male; Avatar come una storia di invasione e scontro tra popoli; James Stuart e Shirley McLaine come suoi riferimenti, per poi citare anche West Side Story tra i musical e, parlando nello specifico del cinema italiano, ha nominato apertamente Bernardo Bertolucci.

La chiacchierata si è avviata verso la conclusione con un’osservazione sul senso intrinseco della serie Il Trono di Spade. Secondo lui, ogni spettatore percepisce il proprio significato negli eventi della serie, ma sicuramente Flynn è rimasto favorevolmente colpito dal fatto che la serie televisiva più popolare del pianeta racconti una metafora della condizione umana, quando si perde il contatto con l’interconnessione della natura. Il materialismo dell’uomo, legato ad avere tutta la terra per sé, va a scontrarsi con i cambiamenti climatici, in questo caso incarnati dagli Estranei.

Parlando più generalmente di identità, Flynn è convinto che tutti portino dentro di loro il proprio vissuto, fattore che caratterizza i singoli individui. Per salvarci in quanto umanità, è necessario unirsi e attivarsi per risollevare le sorti del pianeta. Secondo lui, è fantastico che un’allegoria simile sia arrivata proprio in questo momento storico, una coincidenza splendida. L’attore gallese ha affermato che Martin non ha consapevolmente scritto una simile metafora durante la stesura dei romanzi, ma probabilmente era già chiara nel suo subconscio.

Infine, un accenno alla Brexit e al governo Trump. Il fatto che stiano avvenendo nello stesso periodo, secondo lui conferma come ci siano delle problematiche nell’intero sistema. Flynn si ritiene un europeo, anzi, un uomo del pianeta Terra in senso globale. Stando alle sue parole, la divisione dettata dalla Brexit scomparirà nel corso di una quindicina d’anni, ed è convinto che tutti i governi debbano impegnarsi per trattare ogni individuo allo stesso modo. È solo molto triste al pensiero che sia potuta accadere una cosa simile, ma allo stesso tempo è incoraggiato dal lavoro di figure come Greta Thunberg e dai giovani che si stanno ribellando.

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