A vent’anni di distanza da Spaced, loro ultima incursione in qualità di autori e interpreti per il picoclo schermo, Simon Pegg e Nick Frost sono tornati al format della serialità televisiva con Truth Seekers, la nuova creazione della loro compagnia di produzione, la Stolen Pictures, e della Sony Pictures Television disponibile a partire da domani su Amazon Prime Video.

Negli otto episodi di una serie che, come ci ha rivelato lo stesso Nick Frost, è chiaramente aperta a un possibile prosieguo, si seguono le vicende del tecnico di reti wi-fi della compagnia Smile, Gus (lo stesso Nick Frost), che, nel tempo libero, esercita l’hobby di ghost hunter pubblicando dei video sul suo canale YouTube non proprio popolarissimo fra i frequentatori della piattaforma. Si ritroverà a condividere quelle che diventeranno inevitabilmente delle pericolose indagini sul paranormale insieme al suo nuovo collega Elton John (Samson Kayo), giovane che, come potrete scoprire voi stessi, ha delle validissime ragioni di carattere personale per temere tutto ciò che ha a che fare con spettri e affini.

Li abbiamo incontrati la scorsa settimana durante il junket virtuale al quale siamo stati invitati dal colosso dello streaming. Abbiamo inserito uno spoiler alert in fondo alla pagina dopo il quale potete trovare le considerazioni di Nick Frost su una scena che ha particolarmente apprezzato girare che, però, cita in maniera diretta il finale della serie.

Avete una location preferita fra quelle, alquanto spaventose, che avete impiegato per la lavorazione di Truth Seekers?

SK: La mia preferita? L’ospedale, l’ospedale abbandonato. Un posto davvero strano in cui è stato davvero facile entrare nei panni del personaggio che interpretavo perché avevi davvero l’impressione che ci fosse qualcosa.

NF: era una sorta di scuola abbandonata per bambini senza udito

SK: sì, vero.

NF. era questo dedalo di stanze, corridoi, soffitti malmessi. Poi per arrivarci dovevi scendere queste scale e c’erano tutte questi avvisi sulle pareti che ti prendevano per mani mentre ti addentravi in questo abisso oscuro, scritte tipo “tutti i bambini devono essere accompagnati da un adulto”. Alquanto inquietante. Ma già di base per me gli ospedali sono posti spaventosi se pensiamo a quello che può accadere, a quanta gente ci muore.

SK: non me lo dire amico.

NF: sai, non è che avessi paura dei fantasmi o orbe del genere, ma magari delle radiazioni quello sì.

La serie si basa tutta sui personaggi e ha un tono decisamente unico. Cosa ti ha attirato del personaggio di Elton John e per te Nick, cos’è che ti ha fatto capire che Samson era perfetto per la parte?

SK: sai, come attore era un tipo di personaggio che non avevo ancora avuto modo d’interpretare. Ero davvero emozionato quando ho avuto la parte e ho scoperto che si trattava di un progetto di Simon Pegg e Nick Frost, sono un loro fan da tantissimi anni. Potevo lavorare con loro e imparare da loro. È stata una bella esperienza dal punto di vista professionale e, soprattutto, umano perché fin da subito mi sono ritrovato a parlare con loro sul set in una maniera in cui, normalmente, non parli con gente che hai incontrato da cinque minuti. Elton è stata una sfida interessante perché avevo già un certo background in ambito di commedia, ma questo è un personaggio con un certo trascorso emotivo e si è trattato di un viaggio inedito per me. Ma tutto è stato reso più facile anche dall’ottimo script.

NF: Samson… sai, devo dire che più invecchio più apprezzo quel genere di connessione che si viene a creare con una persona quando non devi stare a spiegargli troppe cose, non devi fare discussioni interminabili per fargli capire cosa vuoi ottenere. Da un certo punto di vista siamo entrambi non attori. Siamo persone normali alla quale è capitato di fare l’attore, non siamo… attori attori! Spero di riuscire a spiegare quello che intendo con questo discorso. Nel senso, non siamo propriamente delle persone che hanno lavorato con tutte loro stesse per arrivare a questo punto. È successo, diciamo. Lui è una persona generosa, è un attore generoso.

 

Nick Frost Truth Seekers

 

Perché è così facile scherzare con la campagna inglese? Nascondere cose agghiaccianti nell’adorabile provincia britannica, che è una cosa che tu e Simon fate da tempo, da Hot Fuzz a Truth Seekers?

NF: Ottima questione, sai per me alla fin fine si risolve sempre con il classico detto “scrivi in merito a ciò che conosci”. Per noi inglesi un sacco di robe ruotano intorno ai castelli, ai fantasmi, a com’era il nostro Regno una volta, i legami di sangue, i misteri inglesi, per riassumere il concetto. È questo quello che conosco meglio. Mia madre è originaria di una parte del Galles piena di miti e leggende. Ma poi il punto è che, alla fin fine, ogni paese, ogni nazione del mondo ha il proprio bagaglio di storie misteriose. Con la Stolen Pictures stiamo sviluppando una serie che ha a che fare con le storie di fantasmi dell’Africa Occidentale. Con le piattaforme streaming ora puoi raccontare le storie a tutto i mondo e il pubblico, oggi come oggi, volendo può scegliere di guardare un film che racconta una storia di vampiri ambientata in Svezia. È tutto più a portata di mano e per me è una roba grandiosa. Sei un amante dell’horror e magari ti piace particolarmente la Svezia, ecco che hai pane per i tuoi denti. Il pubblico, e mi inserisco anche io in questa categoria, per certi versi ha ora una posizione privilegiata perché può scegliere di essere spaventato in 200 lingue differenti.

Credete ai fantasmi o al paranormale in genere?

SK: guarda, sono più un tipo da UFO che da fantasmi. Non ho mai visto un fantasma, ma, a mio modo di vedere, se proprio dovessero esistere li vedo più come delle entità ultradimensionali.

NF: posso solo dire che non lo so. Poi personalmente sono cinico nei confronti di quello che ci può essere prima o dopo la vita, non ho ricordi di dove stavo prima di venire al mondo e credo di essere venuto dal nulla, ma chi può dirlo con certezza? Tanto, prima o poi, lo scopriremo tutti.

Avete già pensato alla nuova stagione?

NF: sì, ovviamente sì, è stata la stessa Amazon a chiederci se ci siano possibilità di una seconda e terza stagione. Mi piacerebbe tornare nei panni di Gus, è divertente, non parliamo di elezioni americane, di COVID, andiamo a caccia di fantasmi, ma chiaramente ci sono tutte le variabili del caso da dover vedere.

 

Attenzione: la seguente risposta di Nick frost contiene dei leggeri spoiler sull’episodio finale di Truth Seekers

 

In Truth Seekers ci sono omaggi di ogni genere all’horror, alcuni più marcati, altri meno. C’è un riferimento a qualcosa che ti ha fatto impazzire in quanto fan al pensiero di doverci lavorare o una scena che non vedevi l’ora di girare?

NF: Fammi pensare… ho davvero apprezzato il finale con Julian Barratt (il Dr Peter Toynbee), un po’ perché lui è fantastico un po’ perché la location dove abbiamo girato è straordinaria. Quando stavamo scrivendo il finale volevamo che ci fossero queste persone felici al pensiero di stare per morire ed è una roba che trovo agghiacciante, il pensiero di vedere tutta questa gente così lieta al pensiero di andare incontro al loro ultimo giorno in vita. Mi rendo conto di averti dato una risposta un po’ di merda, ma a me è piaciuto tutto, mi è piaciuto quello, mi piaceva andare in giro con quel vecchio furgone, i posti di campagna che impiegavamo per le riprese, sono tante cose che, per quel che mi riguarda, non do mai per scontate. Dico davvero. Qualcuno ti portava del caffé e potevi mangiare un sandwich al bacon la mattina. È grandioso!

SK: C’era questo giorno in cui dovevamo girare questa scena con la casa che veniva bruciata ed ero davvero emozionato al pensiero di vedere come sarebbe venuto fuori il tutto. Poi mi sono piaciute un sacco di scene ambientate nel furgone, erano le scene in cui potevamo parlare di più mentre aspettavamo che tutto venisse sistemato e ci ritrovavamo a chiacchierare fra di noi, io, Nick, Emma, Susan. Era il nostro posto sicuro.

NF: Sì sì, come quando dovevamo girare la mattina presto e all’una, da produttore, guardavo l’orologio e magari dicevo “beh, dai, potremmo girare ancora un po’ “, ma avevamo finito di fare tutto così qualcuno ci salutava al grido di “ciao sfigati!” e alle 13 ero già a casa!

Truth Seekers, la sinossi della serie targata Amazon Prime Video:

Simon Pegg, Nick Frost, Nat Saunders e James Serafinowicz sono autori e creatori della nuova serie comedy soprannaturale Truth Seekers che segue una squadra di investigatori paranormali uniti per scoprire e filmare avvistamenti di fantasmi in tutto il Regno Unito. Mentre sorvegliano chiese infestate da fantasmi, bunker sotterranei e ospedali abbandonati, le loro esperienze soprannaturali diventano sempre più frequenti, conducendo le indagini verso la scoperta di una cospirazione che potrebbe causare l’Armageddon per l’intera razza umana.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

Le serie imperdibili