Lo scorso 15 novembre ha preso il via sulla BBC la quarta stagione di Peaky Blinders, la bella serie inglese con protagonista Cillian Murphy. Tra le new entry di quest’anno, accanto ad Adrien Brody, troviamo l’italiano Luca Zizzari. Originario di Legnano, l’attore si è spostato giovanissimo in Inghilterra, dove ha perseguito il suo sogno di interprete. Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con lui e porgli alcune domande sul suo ruolo nello show e sulla quarta stagione in generale.

Ciao Luca, puoi parlarci del ruolo che interpreti nella quarta stagione di Peaky Blinders?

Il mio personaggio si chiama Matteo, ed è il braccio destro di Luca Changretta, interpretato da Adrien Brody, e suo consigliere di fiducia durante diversi attentati. È un assassino, di origini siciliane, che si trasferisce dall’America in Inghilterra al seguito della famiglia mafiosa dei Changretta. È un uomo un po’ vanitoso, gli piace essere elegante ed essere in forma e non apprezza il cibo inglese. È riservato e non ha problemi a sporcarsi le mani di sangue.

Raccontaci come ti sei preparato al ruolo. C’è stato qualcosa che ha reso più particolare il lavoro sul personaggio rispetto alle tue esperienze passate?

Cerco sempre di approcciare ogni personaggio in maniera diversa, iniziando dallo studio dalla sua psicologia ed emotività. Non lascio nulla al caso, mi piace scoprire il personaggio fino in fondo, capire cosa lo rende speciale. Mi sono documentato molto per preparare Matteo, ho visto tanti documentari sulla mafia e sulla situazione politica ed economica durate la fine 1800 e primi 1900. Ne ho studiato i movimenti, le espressioni nei dettagli. La presenza fisica di Matteo, soprattutto nelle scene dove ci sono battute, deve già raccontare qualcosa. È una personaggio minaccioso e inquietante, porta con sé sempre una rivoltella nella sua fondina e ha una Thompson in ogni scena. Fisicamente Matteo è molto in forma quindi mi sono voluto allenare facendo tanti esercizi per le spalle, con varie forme di Calisthenics e, portandomi ad un peso di 77kg anziché i miei soliti 67kg.

Come è stato lavorare sul set al fianco di Adrien Brody e degli altri? Hai ricevuto consigli particolari dagli altri professionisti sul set?

Lavorare con Adrien è stata un’esperienza magnifica. Ho trovato in Adrien un compagno anziché un collega. Abbiamo trascorso tanto tempo insieme a confrontarci sulle varie scene e delle varie scelte fra gli scambi di dialoghi e le diverse azioni. Addirittura la sera prima della nostra prima scena, che poi sarebbe avvenuta insieme a Tom Hardy, decidemmo di fare le prove in camera mia fino a notte fonda. Non potevo crederci!! Con Tom il giorno seguente fu un’altra incredibile esperienza – Tom fece la sua entrata sul set già nei panni di Alfie Solomon. Il regista David Caffrey, decise di fare delle prove solo noi tre sulla scena, prima di filmarla. Essere lì con Tom ed Adrien ed improvvisare insieme a loro sul set di Peaky Blinders è stato incredibile! Sono due attori fantastici, hanno una formazione diverse e un diverso approccio: Adrien in maniera più riservato ed intellettuale mentre Tom più fisico ed emotivo.

È stato davvero fantastico!

Hai potuto partecipare alla creazione e all’impostazione del tuo personaggio tramite suggerimenti?

Come al solito mi sono esercitato con il mio acting coach, Gary Condes. Insieme abbiamo letto tutti i copioni e discusso e parlato sulle varie scene. Ho fatto esercizi di ripetizione Meisner, per riconnettermi di più a certi blocchi emotivi personali importanti per interpretare il personaggio. Mentre a livello ricreativo mi sono consultato con il giornalista investigativo e autore, Martin Short. Grazie ai suoi libri e i video, ho scoperto che aveva intervistato tantissimi pentiti, sia in Italia che negli USA e volevo sapere che persone erano, quali atteggiamenti avevano, ecc… ecc…

Sappiamo che non puoi fare grandi spoiler sulla quarta stagione di Peaky Blinders, ma puoi darci qualche piccola anticipazione su ciò che vedremo e sul peso della storyline che ti vede tra i protagonisti?

Quello che posso dire è che ci sarà molto sangue, sesso e violenza e che gli Shelby, per la prima volta, avranno pane per i loro denti! Steven Knight dice che questa è la migliore delle serie!! Se lo dice lui…

Cosa apprezzi in particolare di Peaky Blinders come serie?

La complessità di ogni personaggio e come ognuno di loro sia importante per mandare avanti la storia. E poi i costumi, l’epoca… è tutto fantastico.

La tua formazione come attore è avvenuta in Inghilterra. Oltre al miglioramento nella lingua, cosa ti ha dato in più questo ambiente?

La possibilità di avere accesso a molti più insegnanti, ed esperti di varie tecniche e, di esplorare con loro i testi classici e moderni sempre con tanta disciplina.

Sappiamo che nel tuo futuro ci sono altre produzioni internazionali come I Medici. Puoi dirci qualcosa su questa nuova esperienza e su altri progetti nel tuo futuro?

Quello che posso dire è che ci sarà una grande cast internazionale di altissimo livello, che i registi Jon Cassar e Jan Michelini, due artisti veri – il rinascimento sarà più sexy! È veramente un’esperienza unica lavorare con Jan Michelini – un Grande del Cinema Italiano! Per il futuro posso accennarti che sto lavorando con il regista Carlo Nero, sulla scenografia dello scrittore italo-americano Alessandro De Gaetano. La storia parla di un gruppo di soldati Italiani catturati dalle truppe Britanniche in Nord Africa durante la seconda guerra mondiale, poi deportati negli USA ed impiegati in lavori manovali o come operai agricoli. Una volta arrivati sulle sponde Americane, non verranno accolti come eroi e ciò scatenerà una serie di scontri con i cittadini locali.

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