C’è sempre stata un’idea molto consapevole dietro i mille epiteti con i quali è nota Daenerys Targaryen. Madre dei Draghi, la Non Bruciata, Nata dalla Tempesta, da cui tra l’altro prende il titolo Stormborn, e molti altri. Lo stesso episodio ne aggiungerà un altro, La principessa che fu promessa. E tutto questo in Game of Thrones ha un senso, nel momento in cui serve a costruire il ruolo, a dargli forza, a manipolare una simbologia intorno ad un personaggio, che però al momento opportuno può essere ribaltata con grande efficacia. La sfida per la scrittura allora diventa quella di non cadere vittima di quei simboli e ruoli che è riuscita a creare in tanti anni. In questo il secondo episodio della stagione, pur avendo un ritmo decisamente più alto del precedente, ha molti punti in comune con Dragonstone.

Il conflitto invisibile consiste sempre nel dover narrare una storia che ha un suo sviluppo previsto e prevedibile, attraverso un linguaggio che lasci spazio alla natur...