Di teste decapitate e recapitate, di amorevoli clisteri materni e di cuori strappati dal petto. Solito campionario settimanale di deliri e amenità varie per la serie che ha fatto dell’isteria di azioni e caratterizzazioni il suo mood principale. E allora perché ci sentiamo come Kylenstein, completamente indifferenti a tutto? A beneficio di The Sacred Taking, ottavo episodio di American Horror Story, va detto come tutti gli eventi si siano messi decisamente in moto e come ogni storyline, più o meno, sia finita per convergere nella villa della congrega di streghe. L’episodio rappresenta un sicuro passo in avanti rispetto alle ultime puntate, ma la sensazione è che qualcosa si sia irrimediabilmente persa per strada.

Con la sua coralità e i suoi tanti personaggi, American Horror Story ha sempre avuto bisogno di un “punto di fuga”, una prospettiva centrale dalla quale lanciare uno sguardo a tutte le varie storyline e tenerle al guinzaglio. Nella prima stagione era la...