Bloodride: la recensione

Forse era lecito aspettarsi di più da un’antologia di soli sei episodi horror ambientati nell’interessante cornice norvegese. Invece, Bloodride (su Netflix) è un campionario di storie affrettate, che proprio nella totale mancanza di atmosfera ha uno dei suoi limiti peggiori. Sono storie diverse tra di loro, unite dalla ricerca di un colpo di scena che, quando non è ampiamente già visto, cade nell’indifferenza di un tono a metà tra il grottesco e la farsa. Manca l’umanità dei personaggi, manca l’irriverenza – magari anche un po’ ingenua – di chi propone un approccio particolare. Mancano, del tutto, la tensione e la paura.

C’è una cornice sovrannaturale che introduce tutte le storie. Un autobus guidato da un autista inquietante si muove nella notte in un paesaggio spettrale. A bordo si trovano tutte le persone che saranno protagoniste dei sei episodi, presumibilmente dirette all’inferno per ciò che hanno compiuto in...