E si ricomincia ancora una volta dalla fine, dall’epilogo di una storia partita nel 2008 e che oggi inizia a percorrere gli ultimi passi verso il traguardo finale. Negli anni Breaking Bad più volte ha giocato con la nostra percezione in una sfida che ogni volta ci faceva perdere nei particolari mentre tutto intorno, senza che ce ne rendessimo conto, il grande quadro delle cose si andava formando. Una strategia che non si culla sull’inganno dello spettatore ma lo mette di fronte a se stesso e alle sue aspettative per costringerlo a colmare i vuoti appositamente lasciati dalla serie. Perché a quei vuoti che, come il buco nero della scalata al male di Heisenberg, risucchiano tutto e tutti bisogna prima o poi tornare per farci i conti. Breaking Bad lo ha fatto nella seconda stagione, quando per troppe puntate attraverso un occhio galleggiante in una piscina abbiamo costruito una storia tutta nostra, poi puntualmente smentita da eventi imprevedibili. Anni dopo varchiamo ancora u...