Dopo la prima stagione era necessario scegliere.
Replicare quel tono lì, cioè continuare con una forma molto particolare di nostalgia, molto consapevole e intimamente innovativa (nel senso stretto: innovativa rispetto alle dinamiche originali dei personaggi); oppure aderire ad uno dei grandi generi della serialità, diventare cioè meno originale e più familiare per il pubblico? Cobra Kai ha scelto la seconda, ha marginalizzato i temi dei film originali, ha confinato citazioni, cammei e richiami ad alcuni minuti di qualche episodio e ha scelto di diventare una specie di teen soap, storielle d’amore adolescenziali a rincorrersi intorno a due dojo rivali.
L’amore per qualcuno che aderisce all’altra scuola, un ex nel passato, equivoci a rotta di collo e gelosia, io amo te, tu amavi lui, io penso ancora a lei…

Daniel LaRusso e Johnny Lawrence scendono di un gradino e la loro importanza diventa pari a quella dei ragazzi che lungo le 10 puntate da meno di 30 minuti messe online su YouTub...