Dark ha un modo tutto suo di raccontare il tempo come fosse un elemento naturale, una forza brutale che gli uomini cercano invano di imbrigliare. Tutti coloro che si cimentano in questa impresa sono destinati a fallire, perché la loro sconfitta è già scritta nel tempo, è già avvenuta. Come dice Dr. Manhattan: “è sempre stato, e sarà sempre… troppo tardi”. Anche nella seconda stagione la serie Netflix tedesca si conferma un prodotto ostico e inafferrabile in ogni sua parte. Fedele a se stesso e al suo stile, ancora più coraggioso qui nell’espandere l’intreccio del tempo a nuove epoche. Tutto ciò che si può chiedere a Dark è di meritarsi lo sforzo necessario a vederlo: anche stavolta la risposta è positiva.

Ridurre la storia della stagione ad un riassunto breve e comprensibile è un tentativo da abbandonare in partenza. Non si può fare. Diciamo solo che ripartiamo da Jonas, ancora intrappolato nel disastrato 2052 in seguito...