Difficile definire ancora come una semplice trasposizione quello che, stagione dopo stagione, assume a tutti gli effetti i contorni di un nuovo, nel senso di inedito, adattamento di una storia che va avanti per altri canali da quasi vent’anni. Game of Thrones ritorna, e lo fa come ormai ci ha abituato, con una première che scatta frenetica da un luogo all’altro della mappa del mondo immaginario creato da George R.R. Martin, per riprendere le fila dei discorsi interrotti l’anno scorso. Inevitabilmente, ma forse meno rispetto alle altre stagioni, il ritmo narrativo e gli eventi ne risentono: su tutte le storyline, da quelle centrali a quelle più marginali, è forte la sensazione di un “dove eravamo rimasti”, che si attarda ai blocchi di partenza per permettere agli spettatori di mettere a fuoco personaggi e motivazioni prima che la corsa annuale riparta del tutto.

Il sipario si alza su una giovane fanciulla che, come i suoi futuri tre figli, indossa “un...