Il degrado morale, la perdita dei valori, la semplice e tipica idiozia giovanile. Sofia Coppola, ispirata da un articolo su Vanity Fair, l’ha raccontata l’anno scorso in Bling Ring, Harmony Korine è andato un po’ oltre e l’ha mischiata alla violenza in Spring Breakers. Lena Dunham continua raccontarla da tre anni, sulla HBO, con Girls, con la malcelata autocommiserazione delle sue protagoniste, la loro ingenuità, le loro insicurezze, la loro – ahinoi – normalità. La doppia premiere della terza stagione non si distacca da questo canovaccio, non offre nulla di nuovo su cui riflettere e tutto sommato non arretra di fronte a quanto visto in passato.

Il centro narrativo di queste due puntate che vanno a braccetto è il segreto percorso di riabilitazione intrapreso da Jessa. Forzata a questa esperienza, un po’ ribelle, rimane un personaggio che forse ha vissuto fin troppe esperienze senza la capacità di decodificarle e assorbirle. Il suo rapporto con gli altri ri...