Secondo un vecchio adagio di Fritz Lang “al mondo esistono solo due categorie di persone: i cattivi e i molto cattivi, ma noi siamo giunti ad una sorta di accordo per il quale chiamiamo buoni i cattivi e cattivi i molto cattivi”. È sempre stato anche l’assunto sul quale si basava Gomorra, l’idea per la quale finalmente in una serie italiana non ci fossero buoni ma solo protagonisti e non protagonisti, persone tutte ugualmente deprecabili che seguiamo non per la loro statura morale ma per i conflitti che si trovano a dover risolvere. E tanto più sono pessimi e senza salvezza, tanto più i conflitti che dovranno risolvere saranno titanici.

Già la seconda stagione di Gomorra aveva leggermente dismesso questa prospettiva, ora però l’inizio della terza sembra aver totalmente perduto la voglia di raccontare personaggi pessimi e, pur mantenendo le medesime trame e le medesime azioni, parteggia sempre per loro, li ritrae come vittime o come i buoni della situazione. Addirittura, nella prima pun...