Bisognerebbe parlare di più di Giuseppe Gagliardi. Il regista della trilogia 1992, 1993 e 1994, oltre che della prima stagione di Non uccidere, arriva con Il Re a delle vette di rigore assolute. Un prison drama all’italiana che fa quello che spesso non riesce anche a molte delle produzioni nostrane d’eccellenza: appassiona e tiene agganciati rendendo impossibile terminare una puntata senza iniziarne un’altra.
Il Re: impossibile staccarsi
Questo non vuol dire che non ci siano opere ben fatte nella serialità italiana. Anzi, spesso la televisione offre una messa in scena più curata rispetto alle produzioni per il cinema, osa di più, crea personaggi migliori. Però a fronte di un dovuto plauso generale non sempre corrisponde un equivalente interesse emotivo, spesso si fatica a entrare in quella logica da binge watching tutta americana secondo cui bisogna dare e frustrare in ugual misura, appagare, ma far venire voglia ...
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