La casa di carta: la recensione

Se c’è una cosa che manca alla serialità italiana, nonostante i grandi sforzi e i buoni risultati degli ultimi anni, è la capacità di abbandonarsi alla pura godibilità del racconto. Completamente agli antipodi di questo approccio serioso e grave (nel senso di pesante) si trova La casa di carta, piccola rivelazione spagnola dello scorso anno trasmessa da Antena 3 in patria e distribuita da Netflix. La casa de papel, questo il titolo originale, è una variazione nemmeno troppo originale sul classico heist movie, ossia il genere della rapina. Con i suoi canoni ben definiti a cui rifarsi e un impianto di base pure ripetitivo, si tratta di un prodotto semplice, che infila un’ingenuità dietro l’altra e che richiede una forte sospensione dell’incredulità. Eppure – e questo fa tutta la differenza del mondo – è la grandissima godibilità di questa serie a riscattarla da ogni difetto.

Un gruppo di persone, ognuna a modo suo sconfitta dalla vi...