Nei suoi momenti migliori, Mindhunter è una serie scritta in stato di grazia. Lo è quando applica la grammatica del thriller poliziesco con misura e metodo, senza strafare. Sono frangenti nemmeno troppo rari, in cui l’eleganza della messa in scena sposa un senso di strisciante inquietudine. Qui, il brusìo del mondo che brucia, della ragione stessa che brucia, si trasforma in un incendio controllato, carico di distruzione latente, e proprio per questo affascinante. Ancora una volta, quell’incendio sono i serial killer interrogati o cercati dalla task force dell’FBI. La serie Netflix ce ne racconta le indagini, in una delle serie più sofisticate della piattaforma.

Dopo gli eventi della prima stagione, ritroviamo gli agenti Holden Ford e Bill Tench (Jonathan Groff e Holt McCallany), ancora una volta impegnati come profiler. Attivi sul campo, e coadiuvati dall’agente Wendy Carr (Anna Torv), si rimettono in piedi dopo le criticità emerse nel finale della prima stagio...