Ancora una volta, singolare come pochi, Mr. Robot continua a fondere stile, tematiche, perfino eventi della sua storia. Il motore che spinge in avanti lo sguardo dello spettatore, che coincide con l’evolversi di conflitti che solo ora, con il finale di stagione all’orizzonte, riusciamo a inquadrare meglio, è sempre e comunque soggettivo. Soggettivo e allucinato come Elliot, che si nasconde a se stesso, inventa, parla per metafore visive. Ma, ancora una volta singolare come pochi, Mr. Robot (inteso come serie e non come personaggio) è Elliot. E quindi anche a noi tutto viene nascosto da una scrittura che tanto si crogiola fino all’esasperazione nella propria ricercatezza, quanto riesce sempre a riscattarsi rimanendo sotto la soglia dell’assurdo, in fondo non raccontandoci mai nulla che non si potesse capire già.

Era così nella prima stagione, quando già dal pilot si intuiva che Elliot e Mr. Robot erano la stessa persona, e in fondo era così anche quest’anno...