Se la prima puntata di Non c’è Bisogno di Presentazioni con l’ex presidente Obama l’impressione era stata quella di un Letterman molto diverso da quello del Late Show, meno acuto, meno sagace e con i remi tirati in barca, era sembrata anche una conseguenza dell’ospite particolare, la seconda puntata con un più convenzionale George Clooney ha invece confermato l’impressione.

Lo show mensile in onda su Netflix è proprio uno show da pensione, con tutti i pro e i contro del caso. Con una cadenza molto rilassata Letterman prepara con calma un incontro che non ha nulla di tutte le costrizioni commerciali che regnano in televisione, non ha i tempi contratti e non ha la vocazione commerciale. Nel Late Show gli ospiti venivano a promuovere qualcosa, a parlare di un film un disco, una trasmissione o una campagna elettorale, ora invece sembrano tutti venire a parlare di altro che non sia il loro lavoro. E anche le domanda di David non sono più quel misto di curiosità e dettagli di vita priv...