La nostra recensione della prima stagione di Silo, disponibile su Apple TV+ ogni settimana da venerdì 5 maggio.

Una spirale di mistero, letteralmente. Una struttura architettonica che rimanda, forse non a caso, al filamento di dna (espediente visivo già intelligentemente usato nel maestoso Gattaca). Con questo simbolismo d’impatto immediato si presenta Silo, nuova serie distribuita da Apple derivata dalla saga letteraria distopica di Hugh Howey. Un racconto di fantascienza che si tramuta, ben presto, in un dramma poliziesco su larga scala, seppur raccolto nel microcosmo del silo del titolo.

La storia è presto detta: in un futuro non precisato, in cui il pianeta è divenuto invivibile, l’umanità si è rifugiata sottoterra in una struttura discendente di circa cento piani che accoglie diecimila anime, proteggendole da un habitat letale costantemente osservato da poche telecamere puntate sulla desolazione esterna. All’interno del silo, la società è strutturata secondo rigidi schematismi ch...