Parte del brivido all’inizio di ogni episodio di Succession è che sembra sempre in procinto di fare un gigantesco salto dello squalo. È spesso a un passo da un risvolto troppo esagerato, un’assurdità dei Roy troppo pronunciata o una sparata di troppo che mina la credibilità di tutto questo realistico – eppure caricaturale – mondo.
La cosa ammirevole è come Jesse Armstrong riesca a rendere tutto plausibile. Che siano cambi di posizione, tradimenti e doppi giochi, documenti nascosti o addirittura omicidi insabbiati, ci si crede sempre. Raccontata a voce la trama di Succession sembra quella di una soap opera (Beautiful, solo nel mondo della finanza e più serio). Tanto che su IMDB si può leggere la semplice ed eloquente sinossi: la serie segue una famiglia disfunzionale americana. In effetti, nel cuore, è proprio così.
È nell’esecuzione invece che cambia tutto; basta uno sguardo, l’inquadratura giusta, e arrivano infiniti strati di complessità psicologica. Con un oggetto...
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