Sweet Tooth (prima stagione): la recensione

Il più grande merito di Sweet Tooth è che ci ricorda che un mondo post-apocalittico può essere raccontato bene. E che ha ancora senso raccontarlo. Negli ultimi anni non si contano le storie ambientate dopo il crollo della civiltà, distopie che però fanno una fatica assurda a costruire mondi interessanti. Soprattutto, non riescono mai a descrivere davvero l’eccitazione della scoperta, la meraviglia e l’orrore di grandi scenari tornati terra di nessuno. Insomma, a recepire davvero la lezione di Mad Max. Sweet Tooth, invece, è una storia classica nel senso migliore che si può dare al termine. Un’epopea fiabesca nella tradizione del romanzo per ragazzi, che azzecca praticamente tutto e si candida a diventare un nuovo punto di riferimento per gli spettatori di Netflix.

Tratta dal fumetto omonimo di Jeff Lemire, Sweet Tooth è ambientato in un mondo decimato e sconvolto da un ...