È impossibile definire questa quarta stagione di The Handmaid’s Tale altro se non eccezionale. La serie è tornata agli splendori del suo debutto non sbagliando un colpo e riuscendo magistralmente a creare episodi complessi e così ricchi di contenuti da regalare un’esperienza di visione unica.
Uno degli aspetti più intriganti di questa serie è la sua matura abilità di giocare con le sfumature. In un mondo in cui bene e male sembrano così chiaramente definiti, soprattutto quando si parla dei crimini del regime di Gilead, gli autori riescono comunque a mettere al centro del racconto emozioni complicate e profonde, che rendono inevitabilmente sfocati quegli stessi confini tra bene e male sui quali lo show è costruito.
La rabbia di June è un sentimento legittimo ed è vero che la guarigione deve passare solo attraverso l’accettazio...
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