Quando si pensa ai difetti più evidenti delle prime due stagioni di The Walking Dead, questi vengono spesso fatti risalire, in maniera forse un po’ troppo riduttiva, alla semplice “mancanza di zombie” (o walkers, come vengono chiamati nella serie e come nessuno spettatore si è mai sognato di definirli). Più corretto sarebbe affermare che il grande problema, questo invece mai completamente risolto dal survival horror della AMC, nemmeno nella scorsa stagione, fosse la mancanza di altri elementi di valore che si sostituissero alla penuria di morti viventi. Personaggi abbandonati a loro stessi, caratterizzazioni superficiali e dialoghi non proprio esaltanti hanno accompagnato i primi due anni di trasmissione fino all’inaspettata, ma molto gradita, ripresa dello scorso anno. Una risalita che tuttavia non è andata a colpire alla radice il problema originale, ma ne ha semplicemente coperto le tracce attraverso un aumento esponenziale della violenza e della “quota...