Premesso che era molto difficile trovare una soluzione soddisfacente al cliffhanger della scorsa settimana, di forte impatto ma anche un po’ disonesto nel costruire uno scenario di incertezza e tensione, bisogna dire che True Detective è riuscito a percorrere la soluzione più elegante. Una sequenza onirica ben diretta e ben scritta, in cui ci godiamo la prima apparizione sullo schermo di Fred Ward, che tornerà in seguito nell’episodio, sostenuta dall’ispirata idea di un sottofondo “live” con un imitatore di Conway Twitty che intona The Rose. È il manifesto d’apertura di un episodio in cui i fronti dell’indagine sono specchi rivolti verso i protagonisti: poco o nulla avanzerà nella trama generale, ma alla fine, per noi, il riflesso di Ray, Ani e Paul sarà più chiaro.

C’è un legame sempre più fitto tra politica e malavita nella città di Vinci, ci sono ville sfarzose che al loro interno celano il degrado più totale, e poi ci sono le strade, ...