Il bianco e nero e un giradischi, una puntina che squarcia un disco mentre “there’s always music in the air”. Sarebbe semplice, per quanto corretto, affermare che questa terza stagione di Twin Peaks si presenta come un flusso di pensiero continuo, 18 episodi che raccontano una storia senza soluzione di continuità. Più estremo allora sarebbe affermare che l’intera filmografia di David Lynch, eccezioni a parte, rappresenta uno stream of consciousness lungo quasi quarant’anni. I due elementi sopra citati ricorrono in Eraserhead, primo film di Lynch, in Inland Empire, ultimo film del regista, e tornano ancora in The Return, Part 1. A quel punto la sintesi ideale tra racconto e simbolo viene messa immediatamente a favore dello sguardo di camera, e tutto ciò che ne consegue è la logica conseguenza.

The Return, Part 2 è il compendio ideale del primo episodio, quantomeno nel modo in cui recupera uno spunto narrativo saliente, quello a New York, collegandolo dirett...