Che i videogiochi siano diventati uno dei fenomeni pop più importanti degli ultimi anni non è certo più un segreto per nessuno. Dopotutto stiamo parlando di un mercato in costante espansione, dove titoli come The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom possono superare le dieci milioni di copie vendute a pochi giorni dalla release ufficiale. Che sia tramite console, PC o cellulari, i videogiochi fanno parte ormai del nostro quotidiano, influenzando il nostro lessico, la nostra cultura e anche le altre passioni tangenti questo magnifico mondo.

Il successo di film come Super Mario Bros. – Il film e di serie animate come Arcane sono l’ennesima dimostrazione dei vantaggi per gli altri media nell’attingere da questo sconfinato media. Ma non è sempre andata bene come negli ultimi mesi. In passato, infatti, cinema e serial televisivi hanno tentato di adattare racconti videoludici, dando vita a opere semplicemente terrificanti. Opere finite rapidamente nel dimenticatoio, oppure ricordate con grande dolore dagli spettatori con più anni sulle spalle.

Per questo motivo abbiamo deciso di rovistare nella spazzatura delle produzioni degli anni Novanta, cercando le cinque serie animate tratte dai videogiochi che non avremmo mai voluto vedere. Seguiteci in questo viaggio nel passato, se ne avete il coraggio.

UN REGNO INCANTATO PER ZELDA

Qual è il modo peggiore per iniziare questa lista? Semplice: parlando di Un regno incantato per Zelda. Serie animata composta da 13 episodi e andata in onda in Italia nel 1990, Un regno incantato per Zelda è un gigantesco incidente ferroviario, dove ogni singolo elemento risulta così tremendo da dare fastidio. Vi basti pensare che la gag principale dello show è Link che, completamente innamorato della Principessa di Hyrule, tenta di baciarla, fallendo di volta in volta per motivi differenti.

Realizzata dalla DiC Entertainment, casa di produzione nota per aver dato vita a gemme del calibro di Street Sharks – Quattro pinne all’orizzonte, questa serie vanta persino una sigla cantata da Cristina D’Avena, che vi abbiamo lasciato prima dell’inizio di questo paragrafo per farvi sperimentare il dolore che tutti noi appassionati di The Legend of Zelda provammo all’inizio degli anni Novanta.

Un videogioco per Kevin videogiochi

UN VIDEOGIOCO PER KEVIN – CAPTAIN N

Cosa succede se un ragazzino viene catapultato in un mondo digitale all’interno del proprio televisore e incontra alcuni celebri personaggi dei videogiochi? Niente di interessante, a quanto pare. Il potenziale di un’idea del genere è senza dubbio molto alto, ma Un videogioco per Kevin – Captain N non riesce minimamente a sfruttarlo. Il giovane Kevin Keene incontra infatti eroi del calibro di Simon Belmont, Kid Icarus e Mega Man, ma non riesce a dare vita a nessuna situazione interessante, danneggiando anche quanto di buono offerto dal materiale videoludico. Vi basti pensare che il protagonista di Castlevania viene dipinto come un pilota della Prima Guerra Mondiale, con tanto di zaino/paracadute e occhialini.

Situazione simile anche per il parco villain, che tira in ballo nemici come Mother Brain (Metroid), King Hippo (Punch-Out!!), Alucard (Castlevania) e Ganon (The Legend of Zelda). Ancora una volta il potenziale è immenso, ma ogni singolo elemento tratto dai videogiochi viene snaturato o realizzato nel modo peggiore possibile. A differenza di Un regno incantato per Zelda, però, questa volta la sofferenza è maggiore, perché dura per ben 34 episodi. Un risultato davvero impressionante.

Darkstalkers

DARKSTALKERS

Tratto dall’omonimo picchiaduro di Capcom, Darkstalkers è una serie animata del 1995 che prende l’intero roster di personaggi, per poi snaturarli uno alla volta. Trattandosi di un prodotto con un target molto basso, inoltre, la violenza e la sessualità di alcuni combattenti viene ridotta all’osso. Tra questi sicuramente spicca la celeberrima Morrigan Aensland, che senza alcun motivo nello show risulta essere la discendente di Morgana Le Fay, strega dei miti Arturiani.

La caratteristica più celebre di questo cartone animato non è però il pessimo comparto narrativo, bensì il terrificante impianto grafico. Nello specifico ci stiamo riferendo alla realizzazione degli occhi dei vari personaggi, che in ogni singolo frame sembrano puntare sempre verso direzioni differenti. Quello che ne esce è una serie con protagonisti dei camaleonti dal design che ricorda il celebre picchiaduro Darksiders. Nulla di più, nulla di meno.

Donkey Kong Country videogiochi

DONKEY KONG COUNTRY

Se pensate che la computer grafica del giorno d’oggi possa raggiungere livelli qualitativi davvero bassi, forse è perché non avete visto la serie animata di Donkey Kong Country, datata 1995. In questo (fin troppo) longevo cartone, vediamo Donkey Kong difendere una potente reliquia magica dagli assalti del malvagio Re K.Rool, deciso a fare di tutto per conquistare l’isola degli amabili gorilla.

Se la prima stagione poteva quasi essere perdonabile (dopotutto erano altri tempi), lo stesso non si può dire per la seconda, possibilmente ancora più terrificante sotto il profilo puramente tecnico. Il problema principale è senza dubbio la fisica dei corpi dei personaggi, completamente falsata e incapace di trasmettere una sensazione di pesantezza ai vari modelli. A questo si aggiungono ovviamente le animazioni terrificanti, che al giorno d’oggi risultano semplicemente inguardabili. Ammettiamolo: in passato ci facevamo andare bene quasi qualsiasi cosa, ma al giorno d’oggi alcune produzioni sarebbero del tutto inaccettabili.

Sonic Underground videogiochi

SONIC UNDERGROUND

Chiudiamo la nostra lista con Sonic Underground, serie franco-statunitense uscita in Italia nel 1999. Il primo elemento a lasciare spiazzato lo spettatore è la trama di fondo: Sonic e i suoi due fratelli (Sonia e Manic) devono cercare la loro madre per ottenere il potere necessario per scacciare il Dr. Robotnik, che si è impadronito del pianeta Mobius. Per fare questo, il trio si unisce ai “Combattenti per la libertà”, un gruppo di ribelli disposti a fare qualsiasi cosa per ritrovare la regina Aleena. Ma se pensate che sia finita qui vi sbagliate di grosso! Ognuno dei tre fratelli ha un medaglione magico, che può essere trasformato in uno strumento musicale. Quando tutti e tre i personaggi utilizzano i propri poteri formano una vera e propria band, che risponde al nome di “Sonic Underground”. Non è necessario aggiungere altro, vero?

Quando ci lamentiamo del risultato di cartoni come DOTA o Castlevania, ricordiamoci che in passato si è visto senza dubbio di peggio. Ecco che, quindi, opere come Arcane o The Cuphead Show risultano dei veri e propri gioielli, a dimostrazione di come anche i videogiochi possano essere materiale valido dal quale trarre ispirazione. E voi che cosa ne pensate? Quale di queste serie animate avete visto? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, venite a dircelo direttamente mentre siamo in onda sul canale Twitch ufficiale di BadTasteItalia