Evil, trasmesso da Paramount+, DEVE arrivare in Italia!

Di Evil vi avevamo già parlato in occasione del suo debutto al Dan Diego Comic-Con e già da allora (leggere per credere) ci aveva favorevolmente colpito. Da quel 2019 sono trascorsi 2 anni ed una pandemia, ammettendo che sia davvero “trascorsa”, ed anche nel suo paese natale la serie ha avuto un po’ di vicissitudini, finendo per passare, dopo la 1^ stagione, dalla CBS a Paramount+. Ma quello che non ha assolutamente perso è il suo smalto, perché questo show è una delle cose più strane e deliziosamente scorrette che potrete trovare in TV, ecco perché desidereremmo davvero molto che giungesse finalmente anche in Italia.

Evil, che non è mai stato esattamente un prodotto adatto alla TV generalista, motivo per cui non ci sorprende che se ne sia allontanato, nasce dalle menti di Michelle e Robert King, autodefinitisi un’ebrea agnostica ed un fervente cattolico che, grazie a The Good WifeThe Good Fight, hanno già ampiamente dimostrato al pubblico di saperci davvero fare con una penna in mano e che sono da considerarsi quindi una firma di garanzia.

Evil, Katja Herbers e Mike Colter

Evil, Katja Herbers e Mike Colter al SDCC 2019

Le premesse di Evil sono piuttosto semplici: lo show riunisce un seminarista (Mike Colter), una psicologa forense miscredente (Katja Herbers) ed un esperto di informatica/tecnologia (Aasif Mandvi) e questi tre personaggi hanno il compito di indagare, a nome della Chiesa Cattolica, su casi considerati soprannaturali al fine di stabilire se vi sia ragione di attribuire loro una natura divina o diabolica. Il tutto condito dalla ciliegina sulla torta costituita dalla presenza del personaggio interpretato da Michael Emerson, lo psicologo Leland Townsend, una sorta di incarnazione del diavolo o comunque un suo fedele seguace, oltre naturalmente il disturbatore di sogni George. Come dimenticare George!

Dopo aver abbandonato, alla fine della 1^ stagione, una struttura da “caso della settimana” Evil, che si era già distinta per essere una serie molto particolare, con il suo spostamento su Paramount+ non ha fatto che migliorare.

Prima di tutto va detto che Evil è uno show intelligente, che durante la prima stagione si è persino divertito a giocare con i numeri citati all’interno dei titoli di ogni episodio che, ad eccezione di quello pilota, sono interconnessi e nascondono la soluzione di un rampicato. In secondo luogo, attraverso l’uso di metafore, Evil costituisce una delle più feroci critiche alla società americana che si siano vista negli ultimi tempi in televisione. La trama stessa della serie non solo lascia intendere che, come da titolo, il male sia il protagonista di Evil (D’oh!), ma che sia già tra gli uomini e che in un certo senso non vi sia possibilità di sfuggirne, il che sarebbe terribilmente deprimente se gli autori non fossero riusciti a veicolare questo messaggio tramite un umorismo tagliente, cinico ed assolutamente spassoso.

Tutto ciò che si vede in questa serie, una caratteristica in crescendo da quando Evil si è trasferita su Paramount+, lascia costantemente lo spettatore con il dubbio che quello che si sta guardando non sia reale e che mostri, possessioni demoniache e quant’altro, siano una gigante allegoria del male di vivere dell’uomo moderno. Il che non significa comunque che la serie disdegni l’idea di rappresentare la realtà per ciò che è, soprattutto quando si parla di alcune sconvolgenti azioni di cui i personaggi si renderanno protagonisti e che otterranno delle risposte ben chiare nell’arco delle due stagioni andate in onda negli USA.

Evil, Aasif Mandvi e Michael Emerson al SDCC 2019

Evil, Aasif Mandvi e Michael Emerson al SDCC 2019

Realtà e soprannaturale trovano in Evil un perfetto punto di incontro, proprio per il contrasto che rappresentano. Se per esempio l’idea di un futuro prete che si provoca visioni soprannaturali grazie ad alcuni “magici” funghetti, convinto che gli arrivino da Dio, è la cosa più lontana che si possa immaginare dalla Chiesa Cattolica, non significa che la capacità di questa serie di superare i confini del credibile sia da ridicolizzare.

Sebbene non sia poi qualificabile come un vero e proprio show del terrore, riserva comunque qualche sorpresa, con alcuni episodi in particolare che tirano fuori dal cilindro una perfetta esecuzione di jump scare, cioè di spaventi, che vi faranno seriamente prendere in considerazione l’idea di non guardarlo mai più a notte inoltrata. E sì, ci riferiamo a prodotti come te, episodio 2×04 intitolato E is For Elevator!

Come se ciò non bastasse Evil non disdegna di sottolineare una scorrettissima ed assolutamente palpabile tensione sessuale tra il fascinoso prete in divenire David Acosta e la psicologa Kristen Bouchard, sposata e madre di ben 4 chiassosissime figlie, riuscendo a non trattare peraltro la loro relazione come il classico cliché seriale del “will they or won’t they“, che alimenta da anni i sogni degli shipper di tutto il mondo, e trasformandola invece in qualcosa di molto più sottile, intrigante e politicamente scorretto.

La realtà è che tutto di Evil porta ad una naturale riflessione sulla società moderna, sul rapporto con il divino, sulla difficoltà di costruire una relazione con qualcosa di soprannaturale, che ha il potere di guidare le proprie azioni, ma non sempre la capacità di dare delle risposte, a volte persino a domande banalmente semplici come: “se esiste davvero un Dio, perché permette che vi sia così tanto male nel mondo?”.

Le premesse di questa serie erano già ottime al suo debutto, ma con il suo trasferimento su una piattaforma ben più adatta ad ospitarla Evil ha letteralmente spiccato il volo, diventando uno dei prodotti più interessanti degli ultimi tempi, tenuto purtroppo lontano dalla programmazione italiana.

Evil, ancora inedito in Italia, dalla 2^ stagione, dopo un primo anno sulla CBS, è disponibile negli Stati Uniti su Paramount+.

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