Con il sesto episodio diffuso lo scorso mercoledì su Disney Plus, la serie evento di Star Wars, Obi-Wan Kenobi, è giunta alla sua conclusione. Nella migliore tradizione delle storie a puntate, la produzione ha tenuto in serbo il meglio per la fine del viaggio, offrendoci uno scontro “finale” (virgolette d’obbligo) tra Obi-Wan e Darth Vader e una chiusura dei viaggi e degli archi narrativi dei vari personaggi che ha fatto ordine in quanto era rimasto in sospeso e ha saputo regalare vari momenti toccanti. È quindi il momento giusto per voltarsi indietro a guardare quest’ultima esperienza narrativa di Star Wars nella sua interezza e di tentare di dare una valutazione d’insieme al progetto, ora che tutti i dati sono noti.

Cosa ha funzionato e cosa no in Obi-Wan Kenobi
Obi-Wan Kenobi trailer

La genesi

Per prima cosa un po’ di genesi: Obi-Wan Kenobi è il frutto congiunto di vari elementi che hanno unito le forze per dare vita alla serie televisiva: indubbiamente Disney/Lucasfilm, che ne ha fatto uno dei progetti portanti se non ‘il’ progetto portante di questa prima metà del 2022 per la piattaforma streaming di Disney Plus; un suo ruolo ha sicuramente avuto anche la voce del pubblico e degli appassionati della ‘base’, che sognavano di vedere un ritorno di Ewan McGregor nei panni del Maestro Jedi per eccellenza, e un contributo cruciale è stato dato dallo stesso McGregor, che non solo si è reso disponibile al suo ritorno nelle vesti del Jedi, ma ha creduto nel progetto al punto di voler partecipare come produttore esecutivo. Le consuete voci di corridoio ipotizzano che il progetto in questione fosse in origine un film, uno dei tanti A Star Wars Story messi in soffitta dopo il risultato poco soddisfacente di Solo, riciclato e riadattato in forma di serie televisiva, e che varie stesure precedenti della sceneggiatura fossero state respinte in quanto tratteggiavano una storia eccessivamente cupa e disperata, o addirittura costellata di richiami di natura biblico/religiosa troppo espliciti.

Una forte discontinuità

Al di là delle solite dicerie, di rilevanza marginale, è lecito affermare che Obi-Wan Kenobi è il prodotto di una lunga gestazione e di una costante realizzazione in divenire, caratteristica che sembra essere cifra comune di molte produzioni televisive e streaming, non solo starwarsiane, di questi ultimi tempi. Questo non è necessariamente un male, perché può essere sintomo di dinamismo, di determinazione ad affinare il tiro e di presenza “sul pezzo” qualora qualcosa non torni. Il prezzo da pagare, in questi casi, è spesso un effetto di discontinuità: correzioni di rotta, aggiunte e varianti mal si amalgamano con quanto è stato fatto in precedenza e questo può filtrare nel risultato finale, producendo un mix di sviluppi narrativi, scelte di regia e soluzioni tecniche che variano di episodio in episodio o addirittura da una scena all’altra.

Obi-Wan Kenobi è un viaggio sulle montagne russe da questo punto di vista, sia nel bene che nel male. Sa regalare atmosfere tese e opprimenti o liriche e toccanti, ma spesso le alterna a scene (specialmente sul fronte dell’azione) non troppo ispirate, o che quanto meno sullo schermo non rendono come forse volevano rendere sulla carta, soprattutto nella prima metà della storia. Se da un lato questo non impedisce di godersi molti momenti genuinamente carichi di emozioni, dall’altro lascia un tenue retrogusto amaro in bocca al pensiero di cosa poteva rivelarsi la serie con un pizzico di cura (e magari anche di tempi di realizzazione) in più.

Leia-and-Lola-Obi-Wan-Kenobi

I contro

Entriamo nel dettaglio. Sul fronte dei contro va segnalata poca dimestichezza nel campo delle scene d’azione e di combattimento, sia nella gestione del ritmo che della comprensibilità. Ancora, specialmente nella prima metà della storia, inseguimenti, duelli e combattimenti accusano qua e là qualche problema di coinvolgimento o di difficoltà a seguire. Il rapimento d Leia, gli scontri e gli inseguimenti sui tetti di Daiyu, e il primo faccia a faccia tra Obi e Darth sono scene che potevano e dovevano rendere di più. A volte si ha l’impressione che la regia si affidi molto al ‘pilota automatico’ e al peso della fama che i personaggi coinvolti si portano dietro, affidandosi a quello per caricare le scene di importanza e senza sostenerle adeguatamente con scelte e ritmi più audaci e coinvolgenti.

Un altro marchio di fabbrica di Obi-Wan Kenobi è il tradizionalismo. Usando per lo più personaggi già noti, di cui conosciamo anche il futuro, la storia si muove quasi sempre su binari molto sicuri: ognuno recita la sua ‘parte’ con fedeltà e competenza, lasciando poco spazio a colpi di scena o scelte inaspettate. Da un lato questo è rassicurante e in certi momenti scalda addirittura il cuore ritrovare l’essenza dei personaggi famosi come sono stati (o come saranno) nella trama portante cinematografica. Dall’altro, tutto o quasi tutto si gioca in una ‘comfort zone’ che in alcuni casi sfiora la prevedibilità o allenta la tenzione.

Obi-Wan Kenobi Moses Ingram

L’elemento nuovo per eccellenza, l’inquisitrice Reva e la sua sottotrama, dovrebbero compensare sul lato della novità e dell’imprevisto, ma accusano qualche colpo a livello concettuale, impantanandosi in una trama convoluta e in motivazioni poco comprensibili. Il finale fa un buon lavoro per recuperare il personaggio e regalargli una chiusura soddisfacente e a suo modo significativa, ma se il traguardo è piacevole, il viaggio che ha portato l’inquisitrice a quel punto è stato un po’ turbolento e non privo di scossoni.

I pro

Detto questo, Obi-Wan ha anche molto da regalare e qualche scena che si guadagna un posto d’onore ragguardevole nella lunga storia degli eroi e dei villains di quella galassia lontana lontana.
Convince l’interpretazione di McGregor, che – non è un’esagerazione dirlo – regge sulle sue spalle tutto il peso del progetto e interpreta un inedito Maestro Jedi sofferto, tormentato e disilluso in cerca di un motivo per rialzarsi. Molte delle scene migliori della serie sono proprio quelle che ce lo mostrano in crisi, rassegnato o tormentato, e la serie può appuntarsi al petto la medaglia di avere dato a un personaggio storico un approfondimento come pochi altri possono vantare.

Funziona e coinvolge la partecipazione della piccola Leia, vuoi per l’ispirato casting della bravissima Vivien Lyra Blair, vuoi per una sceneggiatura, stavolta sì, che coglie lo spirito della principessa in fieri che conosceremo negli anni successivi regalando allo stesso tempo alla piccola una personalità tutta sua.

Darth Vader Obi-Wan Kenobi Episodio 3

Spicca, infine – e come non potrebbe? – la nemesi della storia, il Darth Vader la cui esistenza e la cui sopravvivenza tormenta Obi-Wan prima nel regno della mente e poi nella realtà. Molte sono le scene che lo coinvolgono che hanno esaltato anche gli appassionati più intransigenti, primo fra tutti lo sfoggio di potere brutale nel fermare il trasporto dei profughi in fuga, eppure la scena più memorabile della serie rischia di essere quella che invece lo vede al lato opposto dello spettro del potere: ferito, martoriato e piagato alla fine del faccia a faccia finale di fronte al suo ex-maestro. Nemmeno i capitoli cinematografici ci avevano mai offerto un Vader così in disgrazia, dove la paura che suscitava cede il posto nel giro di pochi istanti alla pietà e al dolore: scene che viviamo con Obi-Wan e attraverso i suoi occhi, che ci permettono di sentire quello che sente e di viverlo insieme a lui.

Il cuore della saga

Ecco, qui i pezzi si incastrano e vanno al posto giusto: siamo nel cuore della saga, nel suo fulcro emotivo più forte e più intenso, dolore e rancore, odio e pietà dei due contendenti si mescolano in un quadro potente, di fronte alla catarsi della storia, gli scossoni di percorso diventano meno importanti e più facili da perdonare. Tanto è vero che risolta questa catarsi, i pezzi restanti della storia vanno al posto loro quasi da soli: si compie il destino di Reva e del piccolo Luke, Obi-Wan e Leia si lasciano “pronti” al loro prossimo incontro in veste più adulta e formale in Episodio IV e i due rispettivi maestri dei duellanti, Palpatine per Vader e Qui-Gon per Obi-Wan, tirano le fila coi rispettivi discepoli in un finale classico e ‘rassicurante’, ma che nella dimensione fiabesca di Star Wars ha sempre un suo perché.

obi-wan-kenobi-trailer

Se la cura e l’attenzione dedicate all’episodio finale fosse stata mantenuta anche in quelli precedenti, probabilmente staremmo acclamando uno dei migliori prodotti della saga stellare in assoluto, ma anche così, la sostanza e la potenza che affiorano a tratti nell’arco della storia meritano di essere godute e apprezzate fino in fondo, se non si dà eccessiva importanza incidenti di percorso secondari. Dopotutto, per citare un cavallo di battaglia del Maestro Qui-Gon Jinn… è la nostra concentrazione a determinare la nostra realtà!

Trovate tutte le recensioni e le notizie su Obi-Wan Kenobi nella nostra scheda.

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