In occasione della presentazione di Petra, la nuova serie prodotta da Sky, Cattleya e Bartlebyfilm, per la regia di Maria Sole Tognazzi, tratta dai romanzi di Alicia Giménez-Bartlett, noi di BadTaste abbiamo partecipato alla conferenza stampa e successivamente abbiamo intervistato i protagonisti Paola Cortellesi, che interpreta l’ispettrice Petra Delicato, e Andrea Pennacchi, il vice ispettore Antonio Monte.

PETRA: L’INCONTRO CON LA STAMPA

Durante la conferenza stampa, con ospiti Paola Cortellesi, Maria Sole Tognazzi, Andrea Pennacchi, gli sceneggiatori Giulia Calenda, Furio Andreotti e Ilaria Macchia, Nicola Maccanico (Vice Presidente esecutivo della Programmazione di Sky Italia), Riccardo Tozzi (fondatore e CEO di Cattleya) ed in collegamento da Barcellona con Alicia Giménez-Bartlett, si è parlato molto della protagonista, un personaggio non facile, spigoloso, contraddittorio ed a volte persino antipatico. La Cortellesi ha spiegato come sia stata coinvolta da subito dalla produzione in un progetto che era ancora ai suoi esordi e di come si sia innamorata di Petra Delicato grazie ai romanzi: “una donna libera che sceglie di essere ciò che è, fuori dagli schemi e senza nessun tipo di legame. Invisa alla maggior parte delle persone che frequenta per la sua durezza“. L’attrice ha anche parlato dello “speciale ed indefinibile” rapporto con il vice ispettore Antonio Monte, Fermín Garzón nei romanzi, che va oltre l’amicizia, ma non è una relazione d’amore.

Antonio Monte, a differenza della protagonista femminile, è invece un uomo vecchio stampo, ligio alle regole e con un grande senso del dovere e della gerarchia, che all’inizio si trova spiazzato dai metodi della sua superiore, nonché nuova partner. Per Pennacchi è molto bello assistere a come il rapporto tra Antonio e Petra si trasformi e maturi ad ogni nuova avventura ed a come i due si studino e si “annusino” scoprendo che, pur diversi, “possono formare un piccolo branco e cacciare insieme“.

Anche la regista Maria Sole Tognazzi ha dichiarato come si sia avventurata nel progetto per il piacere di raccontare una protagonista femminile così “anticonvenzionale e libera che non si preoccupa del giudizio degli altri, né di come vivere la propria vita“. La Tognazzi ha anche voluto sottolineare come Petra sia stata una sfida, perché si è sempre occupata di prodotti scritti da lei, mentre in questo caso aveva il compito di portare sullo schermo personaggi amatissimi dal pubblico e tutto alla sua prima esperienza di regia per una serie TV, che ha comunque definito “diversa dal normale, perché è composta da 4 film, con una durata particolare“.

PetraUn altro elemento fondamentale della serie trasposta dai romanzi è stata la scelta di ambientarla a Genova invece che nell’originale Barcellona, una città che non si limita a fare da cornice a Petra, ma diventa attivamente terza protagonista dello show. Il capoluogo ligure, oltre ad essere una città portuale, ha molti altri aspetti in comune con la città catalana, motivo per cui la scelta è caduta su Genova, per la necessità di dare un tono mediterraneo alla serie, in un mix tra modernità e tradizione. A tale proposito, Alicia Giménez-Bartlett è intervenuta sottolineando come, inizialmente, quando le è stato presentato il progetto, abbia pensato che cambiare l’ambientazione dei suoi racconti da Barcellona ad una città italiana fosse impensabile, ma che poi, conoscendo e vedendo Genova, si sia ricreduta, portandola a considerare questo cambiamento non più così difficile da accettare e perfetto per una trasposizione televisiva dei suoi romanzi.

Per quanto concerne Sky, Nicola Maccanico ha ricordato come Petra sia la prima serie crime prodotta da Sky e come Petra rappresenti “tre cose di enorme importanza. La prima è il desiderio di lavorare sulla varietà di generi, ma anche su prodotti esplicitamente più larghi, facendo di Sky un luogo in cui un pubblico più ampio e pop possa trovare la sua casa, con la qualità che ci contraddistingue. La seconda è che Sky vuole essere la casa dei talenti italiani, provando ed esplorando – come nel caso di Petra – territori diversi. Ultima cosa è l’importanza della centralità delle donne, in cui Sky crede molto, e la certezza che, come protagoniste, possano attrarre un ampio pubblico maschile, un altro valore importante di questo prodotto“.

Petra non sarà quindi un esperimento unico nel suo genere e non solo perché – durante la conferenza stampa – è stato ampiamente esplicitato il desiderio di fare una seconda stagione, ma anche perché inaugura una stagione di Sky in cui le donne saranno sempre più centrali.

In occasione della conferenza stampa abbiamo anche avuto l’opportunità di fare un paio domande agli ospiti, la prima sulla bellissima sigla animata della serie che, oggi più che mai, sembrano essere diventate dei segni identificativi della qualità di un prodotto televisivo e la seconda sui toni ed i colori scelti per Petra, molto vellutati e morbidi, rispetto ai quali abbiamo chiesto che tipo di studio ci fosse stato dietro e con quale criterio fossero stati scelti.

PetraSulla sigla è stato detto come Simone Massi, autore ed illustratore, abbia visto alcune scene della serie, parlato con la regista e sia riuscito perfettamente a rappresentare lo spirito della serie e della sua protagonista, pur lavorando in totale libertà artistica e come la scelta dell’animazione si rifaccia a quel generale intento di rivolgersi ad un pubblico più ampio e “pop“, a cui Nicola Maccanico aveva fatto riferimento nel suo intervento.

Per quanto riguarda la fotografia e le tonalità scelte per la serie, Maria Sole Tognazzi ha detto come: “tecnicamente ed esteticamente l’intento era quello di mediare tra la tradizione e la modernità e quindi, a partire dalla fotografia, ho capito subito di non voler usare un digitale molto nitido e forte, proprio per continuare un discorso legato alla nascita dei romanzi, che risalgono alla fine degli anni Novanta e dare quindi alla serie una personalità che si avvicinasse ad essi. Questo è il motivo per cui è stata scelta quella palette di colori e quelle lenti che ormai sono state ribattezzate “Petra”, cosa di cui il direttore della fotografia, Arnaldo Catinari, va molto fiero. Dopo aver fatto una serie di provini, per allontanarci dal super digitale, per qualcosa di più analogico, sono stati fatti dei tentativi con degli obiettivi a cui è stato aggiunto un vetro particolare che rendeva quella pastosità che si vede e creava quell’atmosfera un po’ retro che va di pari passo con le scenografie ed i costumi e con tutto ciò che costituisce il look estetico di una serie. Ciò che mi piace sottolineare è che non abbiamo usato filtri. Nel mondo dei filtri, queste lenti ci hanno consentito di creare un look simile a quello dei tempi della pellicola, con una pasta cinematografica. Una scelta fatta per discostarsi da altre produzioni e dare un marchio alla nostra Petra“.

I 4 episodi della prima stagione di Petra andranno in onda ogni lunedì, a partire dal 14 settembre, su Sky Cinema Uno, canale 301 della piattaforma di Sky.

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