Lunghissima videointervista con Massimiliano Bruno, partendo dalla sua formazione nei teatrini off romani degli anni ’90 in cui partecipò a un importante movimento generazionale in compagnia di Paola Cortellesi, Claudio Santamaria, Valerio Mastandrea, Edoardo Leo, Marco Giallini, Daniele SilvestriFrankie Hi-Nrg Mc, Rocco Papaleo & molti altri ancora. Abbiamo cercato di ricostruire con l’inesauribile Massimiliano questa interessante carriera poi esplosa nel cinema all’interno della factory Lucisano negli anni dell’inarrestabile successo di Fausto Brizzi, il quale accolse Massimiliano tra gli sceneggiatori del suo esordio alla regia Notte Prima Degli Esami.

Ma Bruno è stato anche autore televisivo, cabarettista, scrittore, presentatore, insegnante di teatro (tuttora all’opera). L’eclettismo non ci ha impedito di concentrarci principalmente sui suoi cinque film da regista da Nessuno Mi Può Giudicare (2011) a Beata Ignoranza (2017) in attesa dell’inizio delle riprese a giugno 2018 del suo nuovo film scritto con Nicola Guaglianone e Menotti Non Ci Resta Che Il Crimine (titolo provvisorio) in cui, per la prima volta nella sua carriera registica, Bruno affronterà il genere fantastico.

È un’intervista molto lunga come in occasione degli incontri con Paolo Genovese e Nicola Guaglianone in cui BadTaste.it continua ad esplorare il metodo di lavoro di un artista in questo caso molto legato a un certo modo di vivere e riflettere circa la politica e il costume italiano degli ultimi anni, a partire dalla celebre provocazione “a sinistra” nei confronti di Nanni Moretti contenuta in Nessuno Mi Può Giudicare fino all’acidità presente nella sua opera più dura e pessimista Viva L’Italia (2012).

Ringraziamo Massimiliano Bruno per la disponibilità a lasciarsi andare a ricordi, sfoghi e considerazioni tra lo schietto e il liberatorio.

Un sentito grazie anche alla Fondazione Istituto Tecnico Superiore Roberto Rossellini con cui BadTaste.it ha stretto una collaborazione per la realizzazione di queste videointerviste. Video a cura di Paolo Carabetta, montaggio di Mirko D’Alessio.

 

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