Il nostro approfondimento sui titoli più interessanti del panorama indie

Eternal Solitude

E' veramente piacevole notare come gli sviluppatori indipendenti siano stati capaci di reinterpretare un genere, il platform, dandogli connotazioni diverse ed implementando particolari soluzioni di gioco. E' quanto hanno fatto anche i ragazzi di Bearific, che con Eternal Solitude vi si sono approcciati seguendo dinamiche non frenetiche e piene di salti, ma lente ed all'insegna del ragionamento, con una buona dose di atmosfera a rendere ancora più solida la produzione.

In Eternal Solitude prendiamo il controllo di uno strano essere, che a prima vista potrà sembrare carino, ma che nasconde dentro un tormento incontrollabile e costante. E' alla ricerca di qualcuno, la sua metà, poi la storia, narrata da brevi ma toccanti linee di testo, prenderà una piega inaspettata. Il suo percorso attraversa un mondo cupo, quasi privo di luce, spesso battuto da potenti temporali, un mondo ostile che non gli offre alcuna compagnia. Ecco allora che deve trovare la forza per andare avanti in se stesso, separando spirito e corpo: una separazione che il gameplay sfrutta rendendo particolari azioni disponibili solo per una forma, e richiedendo il loro utilizzo alternato per risolvere puzzle inizialmente affrontabili, poi sempre più complessi, in un crescendo che, verso la fine del gioco, richiederà notevole impegno da parte del giocatore. Questa natura riflessiva del titolo potrà magari non piacere a chi è più affezionato al salto che all'enigma, ma è perfetta per la natura del gioco, ed è capace di tenere incollati anche grazie alla sua essenza mordi e fuggi, con livelli brevi.

Il mondo oscuro nel quale si svolge il gioco è creato da una grafica minimale, nella quale il compito di imprimere forza alla scena è dato dalle poche luci, dai colori cupi, dai contrasti forti, mentre una semplice bidimensionalità ne costituisce la tecnica. L'accompagnamento sonoro è ugualmente indirizzato a creare inquietudine e tristezza nel giocatore, sensazioni che lo accompagnano per tutta la durata dell'esperienza. Potete scaricare gratuitamente Eternal Solitude a questo indirizzo.

 

Headblaster

A descrivere Headblaster basterebbero veramente pochissime righe, in quanto costruito attorno ad una struttura di gioco che richiede, come azione massima, il semplice movimento del mouse. Non un tasto da cliccare né da premere, una semplicità di approccio che insieme costituisce il più grande pregio ed il più grande limite del titolo dei ragazzi di Loud Noises!, team di sviluppo brasiliano.

In Headblaster prenderete il controllo di un debosciato, in preda ad un clamoroso mal di testa. Ha bisogno delle sue pasticche per rallentarlo, e ne ha bisogno ora. In una piccola mappa inquadrata dall'alto, quindi, vedrete il nostro ometto muoversi lentamente, nella direzione impartita dal movimento del mouse, alla ricerca delle sue agognate medicine. L'inizio è tranquillo, ma l'esplosione dell'emicrania e della follia è dietro l'angolo: non troviamo le pasticche, il ragazzo inizia a dare di matto, corre più veloce, travolge i pedoni, li uccide, la polizia s'incazza, tutto si fa più frenetico, la musica si fa sempre più martellante, ed in breve Headblaster diventa un delirio psichedelico di colori acidi, musica psichedelica, e gameplay furioso. Pazzo furioso.

Non c'è davvero molto altro nel titolo, bisogna sopravvivere il più a lungo possibile, fino all'inevitabile scoppio della testa del tipo, perfettamente rappresentato da un'esplosione atomica. Una formula di gioco semplicissima, accattivante, perfettamente adatta a partite brevi, ma che nel lungo periodo non riesce a tenere attaccato il giocatore. Eppure, giocare a Headblaster è qualcosa che dovete fare, tipo adesso, scaricandolo gratuitamente cliccando su questo link.