La scorsa demo di Resident Evil Village, ambientata nel villaggio a cui il titolo fa riferimento, non ci aveva completamente convinti. Complice un Ethan Winters particolarmente fastidioso e fuori parte, un level design limitato e limitante, oltre che un comparto grafico che allontanandosi dalla riproduzione degli interni sembrava mostrare qualche inaspettato calo, non siamo rimasti stupiti come e quanto avremmo voluto, preoccupati che questo nuovo capitolo della saga, puntando su dimensioni estremamente più generose della mappa, potesse perdere quel sottile equilibrio tra gameplay e ritmo che già Resident Evil 7 biohazard aveva messo in crisi in un paio di occasioni.

Castle, l’ultima demo che abbiamo potuto provare per l’ormai solita mezz’ora di tempo, appena un paio di giorni fa, ha certamente corretto il tiro, ma non ha completamente soffocato tutti i dubbi in merito.

Come il titolo lascia presupporre, questo segmento d’avventura era totalmente ambientato nel castello di Lady Dimitrescu, ripresentando molte ambientazioni già esplorare in Maiden, la primissima demo di Resident Evil Village. Già questa piccola caduta di stile, a dirla tutta, ci ha lievemente indispettiti, soprattutto considerando che anche il resto dell’anteprima ha fatto ben poco per distinguersi dai toni e persino dalla progressione di quel primo incontro.

Risvegliatosi in una stanza di piccole dimensioni, ai comandi del buon Ethan abbiamo raggiunto piuttosto in fretta un salone, da cui era possibile accedere alla stanza del Duca, il negoziante di questo episodio. Vendendo un paio di tesori ritrovati esplorando le ambientazioni, ci siamo armati di fucile a pompa, potenziato il caricatore della pistola e acquistato un medikit.

 

Resident Evil Village

 

L’esplorazione, relativamente lenta e continuamente interrotta da doverose fermate utili per ammirare la magnificenza del castello, ci ha messi di fronte ad un paio di enigmi non così scontati, prima di farci scontrare con una delle figlie di Lady Dimitrescu, incontro che ci ha costretti ad una fuga disordinata, conclusasi una volta raggiunte le segrete dell’edificio.

Qui il ritmo si è inizialmente abbassato di nuovo, lasciandoci apprezzare l’ottimo lavoro di sound design tra inquietanti rumori gutturali ed immancabili scricchiolii di porte. La situazione si è fatta concitata non appena sono comparsi dal nulla un quartetto di figuri per metà zombie, per metà vampiri, talmente difficili da mandare giù con le armi in dotazione, che abbiamo preferito darcela a gambe, raggiungendo in fretta e furia la location con cui la demo terminava.

Se nel villaggio il comparto grafico ha mostrato il fianco a qualche piccola caduta di stile, nel castello Resident Evil Village ha brillato, e molto probabilmente brillerà, di luce propria. La quantità di dettagli presente su schermo è quasi soverchiante, mentre gli splendidi effetti luce creano giochi d’ombra spesso e volentieri inquietanti. A cotanta fascinazione ha ovviamente contribuito il già lodato comparto audio, perfettamente a suo agio nel terrorizzare l’utente con rumori più o meno distanti, sempre provenienti da direzioni ben precise.

Dove Resident Evil Village continua a lasciarci qualche perplessità è nella consistenza della sua progressione. Il diretto prequel funzionava anche e soprattutto in virtù di ambientazioni contenute, che ben si sposavano con la relativa lentezza di spostamento dell’avatar e, soprattutto, con la penuria di nemici, abbattibili e non, presenti nel gioco.

 

Resident Evil Village screenshot

 

Viste le dimensioni della mappa e la presenza di molte più mostruosità da fronteggiare, almeno stando alle premesse introdotte da queste due demo, il rischio è che alla lunga la produzione Capcom possa rivelarsi frustrante e fin troppo diluita.

Il rischio che il troppo stroppi c’è, insomma, nonostante sia presto per fasciarsi la testa. Di sicuro, queste due demo, al contrario di Maiden, non sono state il modo ideale per presentare il meglio di Resident Evil Village.

Non stessimo parlando di una saga ultratrentennale, di un publisher del calibro di Capcom, di un diretto sequel di uno dei migliori horror degli ultimi anni saremmo sicuramente molto più preoccupati. Il pedigree c’è e si vede. Resta da capire se le ambizioni comunicate durante questi mesi, diventeranno tutte realtà nel prodotto finito.