Abbiamo incontrato a Milano Hideo Kojima, ecco il nostro resoconto dell'evento…

I videogame sono da sempre un passatempo controverso, c’è chi lo condanna come la rovina delle nuove generazioni e chi, invece, lo ritiene una forma d’arte, al pari del cinema.  La tappa milanese del tour di Kojima per la promozione dell’appena uscito Metal Gear Rising: Revengeance, in un certo senso, ha voluto dire la sua su questo tema e, per farlo, ha riunito sullo stesso palco un rappresentante del mondo della cultura e del Cinema (Enrico Ghezzi) e uno dell’industria videoludica (Hideo Kojima). Il messaggio alla base è piuttosto chiaro: Metal Gear Rising: Revengeance potrà anche essere un gioco violento, ma la carneficina dello sbarco in Normandia ha fosse impedito a “Salvate il soldato Ryan” di vincere cinque premi Oscar?

Jack e Rose, una storia d’amore in bilico tra le acque dell’oceano Atlantico. Titanic? No, un riassunto (molto, anzi, spaventosamente) sintetico di Metal Gear Solid II: Sons of Liberty. Ridurre solo a questo la trama di MGSII è estremamente banale, lo sappiamo, eppure se oggi abbiamo potuto assistere alla breve intervista a Kojima da parte di Ghezzi, lo dobbiamo solo alla quantità di riferimenti  alla cultura pop e al mondo del cinema che il papà di Solid Snake ha inserito sapientemente in quella che è una saga che appassiona migliaia di videogiocatori da ormai 26 anni.

Videogame e Cinema non sono due mondi separati, ma al contrario due realtà che interagiscono influenzandosi a vicenda ed è proprio questo legame a rendere infondata la demonizzazione del videogioco.  Cinema e Videogame sono, infatti, due forme d’arte che vanno a braccetto e, anzi, delle due è proprio quest’ultima ad essere una sorta di motore trainante.  

I tempi di Pong, infatti, sono finiti: ora i videogiochi raccontano vere e proprie storie e, per farlo, sfruttano lo stesso linguaggio del cinema, fatto di inquadrature e riprese, ma con una sostanziale differenza. Quale? L’interattività e il progresso tecnologico, che hanno fatto sì che il videogioco anticipi e preceda il cinema stesso lungo il loro percorso evolutivo. Basta pensare al 3D, un settore esplorato già da molto tempo dall’industria video ludica e a cui ora si sta interessando anche il cinema.  

Con il loro dialogo, a tratti surreale, Kojima e Ghezzi hanno cercato di dare dignità al videogioco inteso come produzione artistica e se, a meno di 24 ore di distanza dall’annuncio ufficiale di PlayStation 4, ci si chiede cos’ha in serbo il futuro per noi, il papà di Metal Gear risponde confidando un suo sogno: creare un’esperienza di gioco che coinvolga direttamente tutti e cinque i sensi del corpo umano. 

Articolo a cura di Andrea Bernardi