Certi difetti, certe sbavature, certi peccati originali, sembrano esserci ancora solo per dimostrare che i ragazzi di Visual Concepts, dopotutto, sono effettivamente esseri umani fallibili ed imperfetti. Il netcode tutt’altro che irreprensibile; qualche animazione fuori posto; la compenetrazione dei modelli poligonali nelle scene d’intermezzo; nonché una certa attrazione, fatale, per le microtransizioni, manovra commerciale che ha rischiato di far tracollare il diretto predecessore e che in NBA 2K19, pur ripresentandosi, ha fortunatamente subito un sensibile ridimensionamento; sono tutte magagne che sporcano un capolavoro altrimenti semplicemente perfetto.

Qualche difetto, qualche imperfezione, qualche disattenzione, insomma, c’è. Eppure, come ormai di consueto, verrebbe da dire, la produzione di 2K Games ha trovato nuovamente il modo e la forza di migliorarsi, aggiungendo altra carne sul fuoco, ma soprattutto ascoltando i feedback della sua utenza, mai così fedele, mai così ampia, vis...