Astral Chain: la recensione

Con Astral Chain PlatinumGames sarebbe potuta andare sul sicuro, declinando il suo collaudatissimo modello action in nuovo contesto, quello poliziesco/cyberpunk, senza cercare particolari sperimentazioni. Ma il rischiare, l’esagerare a tratti, è nel DNA del team di sviluppo giapponese, basti pensare alla rutilante follia di The Wonderful 101, zeppo di trovate che vanno dallo stuzzicante al geniale, o alla complessità narrativa, dai molteplici finali, di NieR:Automata. A ben pensarci la serie Bayonetta, pur con tutti i suoi tocchi di classe, ne raccoglie le produzioni più tradizionali, squisitamente action non solo nel gameplay, ma anche nel ritmo e nella progressione.

Astral Chain parte immediatamente a mille, con una missione introduttiva che catapulta il protagonista (selezionabile nel sesso e personalizzabile nel volto) e la sua squadra nel bel mezzo dell’azione, attraverso una sequenza di apertura che già potrebbe benissimo essere la sigla d...