Al termine di un’estate che ha rappresentato per molti versi il ritorno ad una parziale normalità, è difficile non scorgere nella pubblicazione di Death Stranding Director’s Cut un malcelato scherzo (di cattivo gusto) del destino, quasi si trattasse di un sinistro messaggio subliminale del karma, pronto ad esibirsi nel più grottesco dei come back con un inverno nuovamente all’insegna dei decreti ministeriali e delle reclusioni forzate.

Fortunatamente, come nella maggior parte dei casi del resto, anche questa volta il fato non ha alcuna responsabilità, che va piuttosto ricercata tra i piani alti di Sony, all’atto pratico del tutto intenzionati a fare cassa, romanticamente, siamo noi a dirlo, desiderosa di suggellare in maniera simbolica un momento storico destinato a segnare le generazioni che lo hanno vissuto in prima persona.

L’originale, pubblicato a novembre 2019 si configurò come il monito, un po’ bizzarro e un po’ surreale, di un possibile futuro distopico dove la nostra razza, da...