Quando Dishonored arrivò sulle nostre console, nel 2012, fu celebrato come la perfetta fusione fra tecnologie “moderne” (erano i tempi di Playstation 3 e Xbox 360, capiamoci) e quella grande scuola di game design che parte da Looking Glass e arriva fino alla Valve di Half Life 2. Arkane Studios ci ha messo quattro anni per riportarci nel decadente mondo di Dunwall e, in linea con la tradizione di cui sopra, non ci propone un sequel rivoluzionario, ma cerca di approfondire l’esperienza ludica del primo capitolo costruendo un gioco che forse non stupisce ma conferma lo straordinario talento del team francese.

Sono passati quindici anni da quando il protettore reale Corvo Attano ha salvato l’erede al trono Emily Kaldwin sconfiggendo i congiurati che avevano trucidato la legittima imperatrice. La fanciulla nel frattempo è cresciuta e governa il suo dominio con saggezza e virtù, tuttavia, lontano dalla capitale, lungo le afose coste delle isole più meridionali, una nuova minaccia si staglia...