DOOM Eternal, viaggio di sola andata per il paradisiaco inferno degli FPS | Recensione

In DOOM Eternal le armi in vostro possesso non si devono ricaricare. Fin quando non avrete esploso ogni singolo proiettile conservato nelle cartuccere che lo Slayer si porta appresso, non dovrete preoccuparvi di allentare la presa sul trigger per cessare il fuoco di soppressione, utile per massacrerete le orde di demoni che avranno la folle idea di intralciarvi la strada.

Basterebbe la descrizione di questa atipica feature per fornire gli estremi della filosofia di fondo che alimenta, e rende tanto speciale, la produzione Bethesda, figlia di un rifiuto totale dei dettami e delle meccaniche che si sono imposte con Call of Duty e Gears of War.

Non c’è tempo per le coperture, né per aspettare che la salute si ricarichi automaticamente. Bisogna muoversi di continuo, sparare rapide scariche di piombo o plasma incandescente, cercare munizioni, smembrare nemici con la motosega per recuperare preziosi punti...