Quando Grand Theft Auto III fece capolino sugli scaffali dei negozi nel 2001, il mondo non aveva idea del successo che la serie Rockstar avrebbe maturato nel corso degli anni. Il titolo superò i 15 milioni di copie vendute, divenendo uno dei più grandi successi di quel periodo. Un successo replicato poi da Grand Theft Auto: Vice City, che raggiunse i 18 milioni di unità. Grand Theft Auto: San Andreas fece esplodere ancora di più il contatore dei soldi dell’azienda americana, spingendo il numero di copie vendute oltre le 28 milioni.

Capirete, quindi, che questa trilogia rimasterizzata da Grove Street Games portava con sé un carico di aspettative non indifferenti. L’ottimo lavoro grafico visto nel video di presentazione non ha fatto altro che aumentare il nostro interesse verso questa operazione commerciale. È con un sapiente mix di curiosità e nostalgia che ci siamo avvicinati a Grand Theft Auto: The Trilogy – The Definitive Edition, rimanendo stupiti per alcuni elementi e delusi da altri.

 

 

Da un punto di vista narrativo, i tre titoli di Rockstar Games rimangono identici alle loro versioni originali. L’umorismo nero e goliardico della serie traspare ancora da tutti i personaggi, formando mondi digitali divertenti da vivere e missioni principali appaganti da giocare. Il carisma dei tre protagonisti, inoltre, permette al giocatore di empatizzare rapidamente con loro. Nonostante ciò, è evidente un’evoluzione costante nel campo del narrative design. GTA III risulta il più debole dei tre titoli, sotto questo punto di vista. Un risultato evidente anche dal suo prologo, sbrigativo e poco appagante per un pubblico moderno. Discorso nettamente diverso per Vice City e per San Andreas, che si avvicinano sempre più a un linguaggio videoludico moderno.

Non vi nascondiamo che abbiamo affrontato le tre diverse storie quasi con curiosità. La curiosità di capire come i dev siano riusciti ad arrivare a produrre titoli del calibro di Grant Theft Auto V e Red Dead Redemption 2. Mentre passavamo da un’opera all’altra abbiamo notato diversi accorgimenti di sceneggiatura che dimostrano come Rockstar sia maturata nel corso del tempo. Considerando che, per apprezzare il presente, è necessario conoscere il passato, ecco che questa trilogia guadagna quindi un valore quasi storico. Un valore che ci auguriamo possa essere apprezzato anche dalle generazioni attuali, lontane da alcune scelte anacronistiche.

 

 

Nonostante si tratti, a tutti gli effetti, di una remastered, il comparto ludico di Grand Theft Auto: The Trilogy ha subito diversi rimaneggiamenti. Per prima cosa i dev hanno lavorato sul sistema di mira, avvicinando le sezioni di shooting al succitato quinto capitolo del franchise. Sono state poi aggiunte delle piccole chicche, in grado di migliorare la “quality of life” dei giocatori. Ci riferiamo alla possibilità di fissare delle destinazioni personalizzate sulla mappa, all’inserimento dei checkpoint all’interno delle missioni e alla ruota delle armi tanto cara ai fan dei videogiochi moderni.

Al di là di queste aggiunte, il gameplay rimane quello già sperimentato in passato, con tutti i pro e i contro del caso. GTA III, che all’epoca consideravamo immenso, al giorno d’oggi risulta estremamente contenuto. GTA: San Andreas, al suo opposto, ci dimostra come il titolo del 2004 sia ancora sensazionale da esplorare, con alcune meccaniche di evoluzione del personaggio davvero valide. Il miglioramento del sistema di shooting sopracitato, inoltre, permette a questo episodio di dare il meglio di sé. E poi, ammettiamolo, seminare panico e distruzione a Los Santos con in cuffia K-Rose ha ancora il suo dannato fascino.

 

 

E arriviamo ora al punto più importante di questa riproposizione dei tre giochi: il comparto tecnico. Come avrete notato, sino ad ora abbiamo speso solo parole positive, pur con gli inevitabili limiti dettati dalla data d’uscita dei vari titoli. Ebbene, l’aspetto grafico del gioco soffre di un lavoro purtroppo molto approssimativo. Se da un lato abbiamo un netto miglioramento estetico, dovuto anche al passaggio dal RenderWare al più performante Unreal Engine 4, dall’altro qualcosa è andato storto.

I modelli dei personaggi, infatti, incorrono spesso in terribili bug deformanti, gli ambienti talvolta appaiono talmente scuri da risultare illeggibili e i cali di frame non si fanno mancare. Sembra, insomma, che non ci sia stato un controllo adeguato in fase di polishing, permettendo a numerosi problemi di raggiungere la versione finale del gioco. Fortunatamente, a quanto pare, Rockstar sta lavorando per pubblicare delle patch correttive, in modo da tamponare almeno parzialmente questi difetti.

 

Grand Theft Auto: The Trilogy

 

Grand Theft Auto: The Trilogy – The Definitive Edition ha lo scopo di puntare i riflettori sull’evoluzione del franchise. Certo, i difetti non mancano. Difetti legati al periodo di pubblicazione dei tre titoli, ma anche al lavoro frettoloso in fase di rimasterizzazione. Speriamo, a questo punto, che alcuni elementi vengano corretti dagli sviluppatori con delle patch future, in modo da poter godere la miglior versione possibile di queste tre grandi opere del passato. Detto questo, un plauso comunque ai dev per aver svecchiato alcune meccaniche di gioco, aggiornando i titoli al 2021.

Se siete fan della serie e, magari, non avete mai messo mano a questi tre capolavori del loro tempo, GTA: The Trilogy è esattamente quello che fa per voi. Lo stesso se, come chi vi scrive, volete semplicemente provare fiumi di nostalgia. Non avvicinatevi però a questa trilogia se cercate dei prodotti moderni e privi di problemi, perché gli anni passano per tutti. Anche per la serie di Rockstar.

VOTO7
Tipologia di gioco

Grand Theft Auto: The Trilogy – Definitive Edition è una raccolta che comprende tre capitoli del franchise open world di Rockstar Games.

Come è stato giocato

La trilogia è stata giocata su PlayStation 5 e su Nintendo Switch grazie a dei codici cortesemente ricevuti dai Publisher.