Trovarsi di fronte a opere come Lies Beneath è un vero e proprio piacere. Quando si pensa ai grandi capisaldi del genere horror, è facile ricondurre la nostra mente a franchise celebri come Resident Evil e Silent Hill. È molto più difficile, piuttosto, ricordarci di opere altrettanto riuscite, ma meno roboanti. Opere come Rule of Rose, Remothered: Tormented Fathers o Layers of Fear. Anche nel mondo della realtà virtuale le cose funzionano allo stesso modo, con opere come Resident Evil 4 VR che attirano l’attenzione senza dover compiere alcuno sforzo. Ecco, Lies Beneath è il tipico titolo al quale ti avvicini per curiosità, quasi per sbaglio, per poi renderti conto di essere di fronte a un capolavoro.

Per chi non lo sapesse, stiamo parlando del survival horror sviluppato da Drifter Entertainment e disponibile su dispositivi Rift e su Meta Quest 2.

 

UN’ATMOSFERA INDIMENTICABILE

Lies Beneath è il perfetto esempio di un titolo dalla trama semplice, ma dal carisma prorompente. La storia ci vede nei panni di una ragazza che, in seguito a un incidente d’auto, si troverà a vagare per le fredde lande dell’Alaska alla ricerca del padre scomparso. Questo è solamente l’inizio di un’avventura horror in grado di far gelare il sangue nelle vene, ma che riesce a regalare anche qualche interessante colpo di scena nella seconda metà di gioco. Gioco composto da venti capitoli, completabili all’incirca in otto ore.

Come abbiamo già avuto occasione di affermare, la realtà virtuale continua a dimostrarsi un’esperienza sensazionale. Lies Beneath sfrutta appieno l’immersione provata una volta indossato il proprio visore. Creature che avanzano inesorabili verso di noi, jump scare e situazioni di semplice tensione, dove fare un passo in avanti risulta mostruosamente difficile, si accavallano per tutta a durata del gioco. Un’esperienza sensoriale completa, accompagnata da un comparto grafico da capogiro e del quale parleremo più avanti nel corso della recensione. Se amate gli horror e avete un Meta Quest 2, questo è il titolo che dovete acquistare a occhi chiusi.

 

Lies Beneath

LA LUCE SEGNA LA VIA

Sotto il profilo ludico, Lies Beneath si comporta come un survival horror in prima persona. Nel corso del gioco ci troveremo a percorrere un sentiero (talvolta troppo) lineare attraverso ambientazioni sempre differenti. Il tutto mentre apriamo il fuoco verso i numerosi mostri intenzionati a farci la pelle. Partiamo da un concetto semplice: nel titolo di Drifter i proiettili sono molto pochi. A difficoltà normale si dovrà prestare attenzione alle nostre azioni, evitando sparatorie in pieno stile John Wick. Per coloro che sentissero questa esigenza, c’è comunque la modalità facile, che cambia considerevolmente le carte in tavola.

L’elemento di gameplay che più ci ha conquistati, però, è l’utilizzo dell’accendino. Tramite questo oggetto potremo non solo accendere i vari checkpoint, dai quali ripartire in caso di morte, ma anche scoprire in quale direzione muoverci. Vi sentite persi? Attivate l’accendino e guardate in che direzione punta la fiamma. Come se non bastasse, in prossimità dei nemici l’accendino attiva il reticolo di mira della nostra arma, evidenziando sugli avversari anche un punto debole da colpire per eliminarli in un sol colpo. Ecco che gli scontri diventano quindi molto più tattici, permettendoci così di risparmiare anche i pochi proiettili a nostra disposizione.

Lies Beneath prevede anche l’utilizzo di armi bianche. I combattimenti melee, nonostante non arrivino al livello di quelli di The Walking Dead: Saints & Sinners, ci sono piaciuti molto. I colpi inferti si percepiscono e il feedback dei controlli del Meta Quest 2 rispondono alla perfezione con delle microvibrazioni. Ottimo anche il sistema di movimento, che prevede sia la possibilità di teleportarci (meccanica che abbiamo utilizzato), che quella di esplorare liberamente l’area di gioco.

 

Lies Beneath

IL PUNTO FORTE

E arriviamo così a quello che, senza dubbio, è il punto di forza di Lies Beneath: il comparto artistico. Pescando a piene mani dell’estetica dei fumetti horror degli anni Cinquanta, gli sviluppatori hanno dato vita a un mondo colorato, con una palette che verte spesso sui toni del rosso. Questa scelta maschera totalmente qualsiasi problema di modellazione, permettendoci di vivere un mondo tanto artisticamente ispirato, quanto malato nel suo design. Ogni singolo personaggio sembra uscito da I Racconti della Cripta e non vi nascondiamo di aver trovato sensazionali la maggior parte delle creature incontrate. Il lavoro di concept art e di environment design fatto per quest’avventura è qualcosa di sensazionale, che ci sentiamo di elogiare a gran voce.

Ottimo anche il comparto sonoro, che gioca di silenzi per dare al tutto un’atmosfera tesa e una sensazione di costante pericolo. Buono anche il doppiaggio, pur senza particolari picchi verso l’alto. Segnaliamo l’assenza dei sottotitoli in italiano, ma anche la presenza di un lessico comprensibile e alla portata di chiunque mastichi anche lontanamente un po’ d’inglese.

 

 

Ormai lo avrete capito: Lies Beneath è un’opera che abbiamo amato visceralmente. Nonostante una progressione talvolta troppo lineare, siamo rimasti estasiati dall’esperienza finale. Nonostante l’ansia e la paura regnino sovrane una volta indossato il visore, è allo stesso tempo impossibile non rimanere abbagliati da una componente estetica tanto ispirata. I ragazzi di Drifter Entertainment hanno dato vita a un must have per gli amanti dell’horror. Un titolo da comprare senza pensarci due volte non appena riuscirete a fare vostro un qualsiasi visore targato Meta. E se non credete alle nostre parole, vi lasciamo qui sopra il trailer di lancio a testimonianza dell’incredibile lavoro artistico fatto dal team statunitense. Per tutto il resto, come ogni titolo VR, l’unico modo per comprenderne le potenzialità è provarlo in prima persona.

VOTO8.5
Tipologia di gioco

Lies Beneath è un survival horror per la realtà virtuale caratterizzato da una componente estetica unica e inimitabile.

Come è stato giocato

Il titolo è stato giocato su Meta Quest 2 grazie a un codice cortesemente fornitoci dal Publisher italiano.